L’Ucraina ha restituito alla terra natale un’altra gruppo di difensori gravemente feriti e malati, che sono rimasti in cattività russa per oltre due anni

Chas Pravdy - 20 Giugno 2025 14:39

Questo è stato un passo importante nella realizzazione degli accordi raggiunti durante le negoziazioni di Istanbul e testimonia il lavoro senza precedenti dei diplomatici e delle forze armate ucraine nel settore del rientro dei propri concittadini dalla schiavitù. Secondo le informazioni del ufficio stampa del Presidente Volodymyr Zelensky e del Comitato di coordinamento sulla gestione dei prigionieri di guerra, il 20 giugno l’Ucraina ha effettuato di nuovo con successo uno scambio di prigionieri di guerra con la Russia. Questo processo è risultato dal lavoro coordinato di diplomatici, militari e volontari, che da diversi mesi si impegnano incessantemente nel lavoro di liberazione dei difensori nazionali. Il primo commento su questo evento importante è stato dato dallo stesso presidente Zelensky, che ha sottolineato che la maggior parte dei soldati liberati erano in cattività da oltre due anni. “Grazie a questi accordi, i nostri difensori di Mariupol, della regione di Donetsk, di Luhans’k, di Zaporizhzhia, di Kherson, di Kharkiv e di Chernihiv sono finalmente tornati a casa. Sono i nostri eroi, che hanno difeso la terra natale, e il loro ritorno rappresenta un passo cruciale verso il ripristino dell’integrità del Paese e uno sforzo comune nella difesa dell’indipendenza dell’Ucraina”, ha evidenziato. Secondo le fonti ufficiali, tra i liberati ci sono militari delle Forze Armate dell’Ucraina, della Guardia Nazionale, del Servizio di Frontiera, rappresentanti della Marina Militare, delle Forze Terrestri, delle forze di Difesa Territoriale, dei reparti d’assalto e delle unità di sistemi senza pilota. Tutti questi militari appartengono alle file di soldati e sergenti che hanno affrontato difficoltà indicibili sotto occupazione e prigionia. Particolarmente preoccupante è lo stato di salute di coloro che sono stati liberati. Secondo il comando, la maggior parte di loro ha gravi ferite o diagnosi di malattie gravi. Tra loro ci sono feriti di Mariupol e di altre regioni vicino al fronte, che sono stati in cattività dal 2022. Nell’elenco figurano pazienti con epilessia, ipertensione, malattie ischemiche del cuore, problemi alla vista, all’apparato muscolo-scheletrico, ernie e malattie croniche degli organi digestivi. Un’altra grande preoccupazione riguarda la perdita di peso in molti dei liberati, segno di terribili condizioni di detenzione e di un generale deterioramento dello stato di salute. I hero liberati sono già diretti verso strutture mediche dove saranno sottoposti a esami completi e avvieranno il processo di riabilitazione. I militari riceveranno le cure necessarie, saranno assistiti nel recupero e saranno supportati con documenti e adeguati aiuti finanziari durante la fase di riabilitazione e di adattamento post-rigenerazione. Questo tipo di ripresa completa rappresenta infatti uno degli obiettivi principali dello Stato nel processo di rientro dei propri cittadini dalla prigionia. Lo staff del Centro di Coordinamento ha sottolineato che il processo di scambio, secondo gli accordi di Istanbul, continua e che il numero di persone liberate sarà annunciato dopo il completamento di tutte le fasi dell’operazione. Le cifre esatte non vengono rese pubbliche per motivi di sicurezza e a causa di questioni organizzative, ma è già chiaro che il numero di liberati è aumentato, confermando ancora una volta la resilienza dello spirito ucraino e la ferma volontà del Paese di riportare a casa i propri difensori. Le autorità ucraine continuano a lavorare con determinazione affinché ogni militare immerso nell’oscurità della prigionia russa abbia la possibilità di tornare a casa, ricevere le cure di cui ha bisogno e il sostegno necessario. Si tratta non solo di una missione umanitaria, ma anche di una necessità strategica per il pieno recupero dello Stato dopo le dure prove causate dall’invasione aggressiva su larga scala. L’Ucraina cammina con decisione su questa strada, dimostrando al mondo la propria forza e il desiderio di giustizia.

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