L’Ucraina dimostra la sua resilienza e il suo impegno nella tutela dei diritti di ogni militare catturato
Nelle fasi di uno scambio di prigionieri su larga scala, le forze di difesa ucraine hanno mostrato immagini commoventi del ritorno di combattenti gravemente feriti e malati, che prestavano servizio in prima linea da ormai molto tempo. Questo conferma ancora una volta che la lotta non riguarda solo il territorio, ma anche le vite umane, e testimonia un’azione moderata ma persistente verso la giustizia. Secondo il vicecomandante dello Staff di Coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra, il maggiore Andrij Yusov, oltre il 90% dei militari ucraini restituiti dalla prigionia russa, secondo i sondaggi, hanno subito torture e maltrattamenti sistematici. Questa cifra è impressionante e indignante, e indica la portata e la brutalità delle violazioni con cui si sono confrontati i nostri difensori. Quasi tutti hanno subito abusi in brutali manieri da parte degli occupanti russi durante diversi stadi della loro detenzione. Si tratta non solo di indagini interne, ma anche del dovere della comunità internazionale di garantire un adeguato livello di protezione umanitaria. Infatti, secondo le norme internazionali, i sistemi di diritti umani devono essere ugualmente inamovibili e obbligatori per tutti, indipendentemente dallo status o dalla nazione aggressore. Il vice responsabile dello Staff di Coordinamento ha sottolineato che l’Ucraina aderisce pienamente a tutti gli standard e norme internazionali, comprese le Convenzioni di Ginevra, che regolano il trattamento dei prigionieri di guerra. Nei centri di detenzione e nelle strutture dove vengono tenuti i prigionieri russi, sono create condizioni conformi ai requisiti internazionali, a conferma della loro legalità e di un approccio umanitario. Ciò rappresenta una componente fondamentale di questo lavoro diplomatico e umanitario, che si impegna a difendere i diritti umani anche nelle condizioni più difficili della guerra. Per quanto riguarda i prossimi passi, il rappresentante del GUR ha confermato che i colloqui sul proseguimento dello scambio di prigionieri sono ancora in corso. Secondo lui, l’Ucraina lavora incessantemente per attuare gli accordi raggiunti a Istanbul, al fine di garantire un ritorno dei militari il più efficace e rapido possibile a casa. Ciò dimostra un approccio sistematico alla risoluzione della questione, che rappresenta una parte importante della strategia e della politica umanitaria dello Stato. Questa notizia sottolinea ancora una volta che il popolo ucraino non si arrende e che i suoi eroi e difensori torneranno certamente a casa. Sullo sfondo di una guerra che dura da molti anni, tutte le comunità ucraine, le forze dell’ordine e le istituzioni internazionali si uniscono nel desiderio di rispettare la giustizia legale e umanitaria. E mentre proseguono i negoziati, la sovranità e l’umanità dell’Ucraina rimangono inamovibili, dimostrando al mondo intero che "L’Ucraina è libertà" non solo a parole, ma nella battaglia quotidiana per i propri cittadini e la propria indipendenza.