L’intelligence ucraina ha scoperto un fenomeno di vasta portata: gli ufficiali russi stanno fuggendo dal fronte e si nascondono massicciamente nelle unità di retroguardia, evitando il coinvolgimento diretto nelle operazioni di combattimento
Nel ministero della sicurezza ucraino è stato riferito che, di fronte alle perdite costanti e alla crescente demoralizzazione tra gli ufficiali delle Forze Armate della Federazione Russa, molti ufficiali vengono spostati in aree del retro o trasferiti senza motivi validi. Secondo i dati dell’Ufficio principale di intelligence, oltre il 45% degli ufficiali che fanno parte delle unità di riserva della Circoscrizione militare meridionale delle forze russe si trovano oggi in zone dove il loro status e le loro funzioni effettive suscitano seri dubbi. La fonte dell’informazione sono documenti interni del comando russo, tra cui quelli firmati dal comandante dello staff della Circoscrizione militare meridionale, il Tenente Generale Mikhail Zus’ko. In essi si registrano casi di trasferimenti ingiustificati di oltre novecento ufficiali in unità di retroguardia. Inoltre, il documento riporta che almeno 200 di loro sono stati promossi a formazioni di retroguardia nonostante il fatto che siano state rispettate le normative di organico e non ci siano necessità di personale. Questo testimonia non solo il caos nella catena di comando, ma anche tentativi di nascondere le reali dimensioni delle perdite sul fronte. Viene evidenziato che tali spostamenti sono solo formalità e simulazioni di mantenere sotto controllo la situazione. Gli esperti militari affermano che alcuni ufficiali fingono semplicemente di cambiare destinazione di servizio per evitare di partecipare direttamente alle operazioni di combattimento. A volte, sono riusciti anche a lasciare autonomamente il servizio militare — con rifiuti formalmente registrati, accompagnati da tentativi di scongiurare responsabilità o di evitare di recarsi ai punti di transito. L’Ufficio principale di intelligence sottolinea che le massicce defezioni e le motivazioni non chiare per i riposizionamenti dei comandanti russi dal fronte alla retroguardia indicano una crisi profonda nella struttura di comando delle forze russe. Ciò testimonia un evidente crollo della moralità, già notato da tempo, che con il susseguirsi di perdite e vittime umane, i comandanti russi cadono sempre più nell’apatia e nella disperazione. Le informazioni dell’intelligence evidenziano che la portata di questo fenomeno non è casuale: gli ufficiali russi sono consapevoli dei potenziali rischi per la propria vita e cercano in tutti i modi di evitare il coinvolgimento in battaglie pericolose. Ciò genera grande preoccupazione tra i vertici militari dell’aggressore, poiché il calo del morale, le fughe dal campo di battaglia e il massiccio trasferimento di ufficiali indeboliscono significativamente la capacità combattiva delle truppe russe, il che potrebbe influire notevolmente sull’andamento della guerra e aumentare le probabilità di ulteriori fallimenti. In generale, questa situazione apre una nuova fase nel conflitto attualmente in corso nell’est dell’Ucraina. Mostra quanto sta intensificandosi la crisi dell’esercito russo, ormai incapace di mantenere un fronte unito e che cerca in tutti i modi di nascondere le proprie debolezze. Le forze di occupazione, che in passato dimostravano sicurezza e orientamento verso la vittoria, sono ormai sempre più disorganizzate e disilluse — e questo inevitabilmente apre la strada agli ucraini per avanzare ulteriormente e distruggere i gruppi russi.