Il ministro degli Affari Esteri dell’Ucraina, Andrij Sibiga, ha reagito duramente alla dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin, pronunciata con un senso dubbio e sottotesti cinici, in cui affermava che «dove mette il piede l’occupante russo — è tutto nostro»

Chas Pravdy - 20 Giugno 2025 22:35

Il diplomatico ucraino ha definito questa osservazione «una delle dichiarazioni folli» del leader russo, sottolineando che qualsiasi forma di invasione militare russa porterà solo morte, distruzione e innumerevoli sofferenze umane. In un post sui social network X (precedentemente Twitter), Sibiga ha evidenziato che qualsiasi passo dei soldati russi sul suolo ucraino si traduce in devastazioni e tragedie, e non in un ipotetico «fusione» delle terre. «Ovunque metta il piede un soldato russo, alla fine essa porta con sé solo morte, distruzione e desolazione», ha scritto il ministro. Ha aggiunto che il Cremlino è poco preoccupato del destino dei soldati russi o delle loro gambe, già eliminate da droni ucraini sul campo di battaglia. Putin, secondo Sibiga, si è trasformato in un massacro di massa del proprio popolo — già prima, quasi un milione di militari russi sono stati distrutti o feriti in un inutile, sanguinoso conflitto in Ucraina, senza aver raggiunto obiettivi strategici significativi. «Un milione di soldati — due milioni di gambe», ha sottolineato il diplomatico. In generale, Sibiga ha evidenziato che le accuse ciniche del presidente della Russia dimostrano un totale disprezzo per gli sforzi internazionali volti a raggiungere la pace. «Mentre il mondo chiede urgentemente di cessare le ostilità e porre fine alla strage, il regime russo continua a tessere piani di nuove invasioni delle terre ucraine e di ulteriore distruzione della popolazione civile dell’Ucraina», ha evidenziato il diplomatico ucraino. Secondo lui, Putin è impegnato a inviare i suoi soldati in nuove incursioni, mentre allo stesso tempo distrugge l’economia russa dall’interno — le sanzioni e l’isolamento stanno sempre più logorando il paese internamente. «Tutta questa retorica dichiarativa e le uscite riguardo alla spedizione delle gambe russe per conquistare terre altrui sono in realtà solo un diversivo dai problemi fondamentali dello sviluppo interno della Russia e dai fallimenti della sua politica estera», ha affermato Sibiga. A suo avviso, lo scopo di tutto ciò non è solo rafforzare il ruolo del presidente nella propaganda interna, ma anche coprire l’incapacità di gestione, i fallimenti e le crisi basati su ideali «nazionalisti» illusori. L’unico percorso praticabile, secondo il ministro ucraino, per costringere la Russia alla pace è rafforzare la capacità di difesa dell’Ucraina e applicare sanzioni economiche estremamente severe contro Mosca. «Solo così si può costringere la Russia a riconsiderare le proprie ambizioni e sedersi al tavolo delle trattative alle condizioni di giustizia», ha sottolineato Sibiga. Per concludere, ha aggiunto che messaggi come quelli di Putin sulla «unità dei popoli» e sulla «storia comune» sono solo tentativi di mascherare la debolezza interna e il fallimento strategico del leadership kremlino, ormai priva di una strategia chiara e che continua a condurre una guerra senza scopo e distruttiva. Ricordiamo che il 20 giugno il presidente della Russia, Vladimir Putin, durante un congresso, ha espresso l’idea che nella guerra russo-ucraina «i popoli russo e ucraino sono un solo popolo», e che ovunque «metta il piede l’occupante russo», tutto diventa presumibilmente «nostro». Questa dichiarazione ha suscitato un’ulteriore ondata di durissima critica nella comunità internazionale, in particolare in Ucraina, che insiste nel sostenere che l’aggressione russa costituisce una violazione del diritto internazionale e un'invasione armata, e non una «unità dei popoli». Tuttavia, per Kiev e per la maggior parte dei paesi del mondo, è importante ribadire ancora una volta che Mosca, con l’aggressione, non solo sta distruggendo le città ucraine, ma anche la sicurezza globale, e la risposta adeguata deve essere un sostegno rafforzato al popolo ucraino e misure economiche contro la Russia.

Source