Путін apertamente ha dichiarato la propria disponibilità al dialogo con Kiev, ma ha chiaramente delineato i limiti della propria posizione riguardo alla sottoscrizione di qualsiasi documento con la parte ucraina

Chas Pravdy - 19 Giugno 2025 01:25

Come riferiscono le agenzie di stampa russe, in particolare "RIA Novosti", il presidente della Russia, Vladimir Putin, durante un recente incontro con rappresentanti dei mezzi di comunicazione internazionali, ha espresso la sua disponibilità al dialogo con il collega ucraino, a condizione che gli accordi firmati abbiano un carattere legittimo. Secondo le sue parole, la Russia non nega la possibilità di un processo negoziale e anche si dice personalmente aperto a un incontro con Volodymyr Zelensky. Tuttavia, il presidente russo sottolinea di non riconoscere la legittimità dell’attuale governo ucraino nel contesto degli accordi internazionali. "Siamo pronti a incontrarci con chiunque rappresenti la parte ucraina. Ma sottoscrivere qualsiasi documento può farlo solo un governo legittimo", ha affermato Putin, con un accenno al fatto che ritiene Zelensky incapace di firmare e di concludere legalmente accordi internazionali. A suo avviso, l’ultimo stadio di qualsiasi negoziato — la firma dei documenti — deve avvenire solo da parte di rappresentanti di un governo legittimo, che abbia il diritto di farlo conformemente alla legislazione ucraina. "Non ci interessa con chi esattamente condurre negoziati, ma firmare le decisioni deve essere compito del governo legittimo", ha precisato Putin, accennando nuovamente al fatto che, a suo avviso, il presidente Zelensky non possiede le prerogative appropriate. Secondo Putin, la ragione di tale posizione risiede nei cosiddetti principi della Costituzione ucraina, che ha definito "imperfetta". Egli sostiene che le prerogative di Zelensky siano ormai esaurite e che, quindi, non possa rappresentare l’Ucraina sulla scena internazionale. Inoltre, il leader russo ha espresso l’opinione che l’Ucraina sia una "repubblica presidenziale-parlamentare", in cui, secondo lui, tutti gli organi di potere chiave sono formati direttamente dal presidente, il che, a detta di Putin, compromette automaticamente la legittimità dell’intera autorità ucraina. Queste dichiarazioni si inseriscono nella più ampia concezione del Cremlino relativi alla presunta non piena legittimità del governo ucraino, che Putin costantemente mette in discussione, tentando di rappresentare la situazione come se l’Ucraina non avesse una vera faccia di governo. Contemporaneamente, tali affermazioni ribadiscono ancora una volta il dislivello tra Mosca e Kiev, complicando la ricerca di un compromesso e un successivo pacifico risolvimento del conflitto. Nel complesso, dalle parole di Putin si può dedurre che il Cremlino sia disposto a negoziare in forma ufficiale, ma stabilisce condizioni rigide sulla legittimità di chi potrà sottoscrivere qualsiasi accordo. Ciò indica che Mosca mira a mantenere un'argomentazione nello spazio diplomatico, giocando sullo status legale e sul riconoscimento dell’autorità ucraina, sostenendo che soltanto la “potere legittimo”, cioè il governo riconosciuto dalla legge, può firmare gli accordi, e che, secondo il presidente russo, attualmente, i rappresentanti di Zelensky non possiedono tale autorizzazione.

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