Più di tre anni la Corte Costituzionale dell’Ucraina rimane in uno stato di incertezza riguardo alla domanda di costituzionalità della doppia cittadinanza, che rappresenta uno degli aspetti chiave della sicurezza statale e nazionale del nostro paese
Nonostante un lungo dibattito e numerose discussioni, i giudici non sono ancora giunti a una decisione definitiva in questa materia, complicando significativamente il processo di approvazione delle relative norme legislative e l’attuazione della politica statale in questo settore. Secondo i commenti ufficiali, il presidente della Verkhovna Rada Ruslan Stefanchuk ha affermato che la costituzionale richiesta dei deputati di interpretare l’articolo 4 della legge fondamentale dell’Ucraina rimane aperta nel sistema giudiziario del paese. In un’intervista a “Ukrainska Pravda”, ha confermato: “Al giorno d’oggi, la decisione della Corte Costituzionale in questa materia non è ancora stata adottata”. Il portavoce ha sottolineato che inizialmente si è svolta una fase pubblica e trasparente di discussione nel procedimento giudiziario, ma è stata già avviata la parte riservata del processo costituzionale, durante la quale si sta formando il progetto di decisione. Allo stesso tempo, ha osservato che attualmente non ha alcuna informazione concreta circa le date di adozione della decisione o il suo contenuto. La risposta del segretariato della CCE all’interrogazione di “Ukrainska Pravda” ha confermato che i giudici della corte non sono ancora giunti a un consenso sulla decisione finale. È importante notare che, per la legittimità della seduta della Grande Camera della Corte Costituzionale, sono necessari almeno dodici giudici presenti. Tuttavia, dal 27 gennaio 2025, la norma penale ha modificato il numero di giudici che compongono la corte — ora sono solo undici. Ciò significa che la Corte costituzionale non dispone di un quorum sufficiente per tenere riunioni e prendere decisioni, mettendo in discussione la possibilità di risolvere rapidamente questa acuta intriga costituzionale. Le origini di questo conflitto risalgono al 18 giugno, quando la Verkhovna Rada, in conformità con l’iniziativa legislativa del presidente Volodymyr Zelensky, approvò la legge “Sull’introduzione di modifiche alla legislazione riguardanti l’istituto della doppia cittadinanza in Ucraina”. Questo documento consente ai cittadini ucraini di avere più di una cittadinanza contemporaneamente, suscitando un acceso dibattito nel contesto politico e giuridico. Tuttavia, questa iniziativa non è sostenuta solo dal team al potere; alcuni anni fa, il presidente ha più volte avanzato proposte di modifica legislativa — il 1 dicembre 2021 e il 22 gennaio 2024 — cercando di promuovere il concetto di doppia cittadinanza come strumento di tutela dei diritti degli ucraini all’estero, specialmente di quelli con radici ucraine, e per stimolare i contatti internazionali. È importante sottolineare che già a dicembre 2021, quando i parlamentari esaminavano questa questione, tramite interrogazione dei deputati è stato rivolto al Corte Costituzionale un appello da 99 deputati di diverse fazioni. Essi chiedevano alla corte di chiarire come, nel contesto dell’articolo 4 della Costituzione dell’Ucraina, che proclama la cittadinanza unica, possa essere legittimamente introdotta la pratica della doppia cittadinanza. La questione era di fondamentale attualità, poiché l’approvazione di questa legge avrebbe potuto avere conseguenze decisive per la sicurezza nazionale, le politiche sociali e anche per gli ucraini all’estero che desiderano mantenere rapporti con la Patria. In generale, il processo si è protratto e, purtroppo, rimane ancora aperto, ponendo interrogativi sulla rapidità e sull’efficacia nell’adozione di decisioni legislative in un settore tanto importante. La mancanza di una decisione definitiva della CCE e la carenza di quorum creano un’incertezza giuridica che può influire sulla futura politica in materia di doppia cittadinanza, rappresentando uno dei principali rischi per l’integrità dello Stato e per la democrazia in Ucraina.