Il giornalista Dmytro Bigus ha fatto una dichiarazione inaspettata e piuttosto controversa, ammettendo di collaborare ufficialmente con il servizio di controspionaggio militare della SBU (Servizio di Sicurezza dell’Ucraina)

Chas Pravdy - 19 Giugno 2025 21:38

Le sue parole e i dettagli di questa collaborazione hanno suscitato un acceso dibattito nella società e tra gli esperti militari, poiché si tratta di una persona che in passato ha lavorato in progetti di difesa dei diritti umani e di giornalismo. Nel suo video sulla piattaforma YouTube, Bigus ha spiegato che attualmente è un collaboratore esterno del Dipartimento di controspionaggio militare della SBU. Ha sottolineato che il suo ruolo si svolge esclusivamente nell'ambito di aiuti nel settore della sicurezza delle informazioni e delle operazioni militari, e non come dipendente in servizio presso l'ente. Secondo il giornalista, la sua attività è volta a supportare le forze armate e i controspionisti nella lotta contro minacce interne ed esterne al paese. "Quando qualcuno dei membri della SBU compie qualcosa inaccettabile, l’ufficio ne dà un resoconto dettagliato – realizza reportage, indagini, e così continuerà. Ma quando si tratta di combattere contro nemici esterni, cerco di aiutare in ogni modo possibile. Ciò riguarda tutti i nostri difensori, in particolare il supporto alla controspionaggio militare. Per quanto riguarda la formalizzazione burocratica, secondo i documenti pubblicati dal deputato Honcharenko, non sono mai stato un dipendente ufficiale del dipartimento di controspionaggio militare, possiedo solo un badge che mi consente di svolgere alcune funzioni. È indicato che posso occasionalmente lavorare su alcuni progetti speciali e visitare certi obiettivi. Questa è una minima autorizzazione che tuttavia permette di aiutare dove necessario, per la nostra sicurezza" – ha sottolineato Bigus. Va notato che in passato lui, come giornalista, e le sue attività nei media sono state spesso criticate per un tacito supporto alle forze armate e per investigazioni di natura spesso politica. Tuttavia, ora ha confessato pubblicamente la sua collaborazione con il servizio di controspionaggio militare, aprendo nuove questioni sul suo ruolo all’interno di questo sistema e sul reale livello di coinvolgimento. Una fonte osserva che il certificato di collaboratore esterno che ha ottenuto esclude la possibilità di accesso ampio a informazioni segrete o di partecipazione piena in operazioni di strutture statali. Le sue funzioni si limitano a svolgere sporadicamente specifici compiti e visitare determinati obiettivi sotto controllo delle forze di controspionaggio militare. Nel contempo, Bigus sottolinea con orgoglio che il suo aiuto è mosso da motivazioni patriottiche e rappresenta un sostegno diretto allo stato nella lotta contro le minacce interne ed esterne. Questo riconoscimento ha suscitato reazioni contrastanti tra gli esperti politici e gli attivisti. Alcuni temono che la divulgazione di dettagli di questa collaborazione possa mettere in discussione l’obiettività e l’indipendenza del giornalista. Altri, invece, sottolineano l’importanza di sostenere le agenzie informative e militari in tempi di guerra, poiché ogni forma di aiuto può essere preziosa per sconfiggere il nemico. Ricordiamo che, al momento della pubblicazione, Bigus non fa più parte in modo ufficiale delle strutture di polizia e militari, ma il suo ruolo e la sua influenza in questa collaborazione pongono in dubbio la tradizionale concezione del ruolo di un giornalista e attivista indipendente nelle condizioni di guerra odierne. Egli afferma che il suo aiuto e il suo lavoro costituiscono una “piccola, ma importante parte della lotta comune per l’indipendenza dell’Ucraina”. Il tempo dirà in che modo questa scoperta influenzerà la sua reputazione professionale e il discorso pubblico nel suo complesso.

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