La Commissione Europea ha dichiarato fermamente: l’Unione Europea non ha intenzione di tornare a importare gas russo, nemmeno nel caso si raggiungesse la pace in Ucraina

Chas Pravdy - 18 Giugno 2025 16:33

Questa decisione ambiziosa è stata annunciata in un contesto di lunga crisi nel settore energetico e di un periodo di instabilità politica che accompagna il conflitto tra Russia e Ucraina. Il 17 giugno, la Commissione Europea ha ufficialmente presentato un piano di completa e progressiva cessazione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, con l’obiettivo di portare a termine questa politica entro la fine del 2027. La dichiarazione da parte degli esperti europei è motivata non solo dalla lunga serie di sanzioni contro Mosca, ma anche dalla volontà dell’UE di consolidare la propria indipendenza energetica. Secondo il commissario europeo per l’energia, Dan Jørgensen, questa decisione è irrevocabile, indipendentemente dagli scenari di negoziati di pace o dalla loro assenza. „Stiamo attuando questa misura perché la Russia ha usato l’energia come strumento di pressione e come arma contro i nostri paesi”, ha dichiarato Jørgensen in un commento a The Guardian. „Mosca utilizza il ricatto del gas nel tentativo di costringere i Paesi europei a sottomettersi ai propri interessi politici e strategici, e quindi la fiducia nelle risorse energetiche russe è sfruttata. Questo è inaccettabile e dobbiamo agire con decisione”. Il commissario ha sottolineato che, anche in caso di conclusione del conflitto e di cessazione delle ostilità in Ucraina, il divieto rimarrà in vigore. „Speriamo che la pace si realizzi, ma anche se ciò non accadrà, la nostra linea non cambierà. È una decisione consapevole che riflette i nostri valori e la nostra aspirazione all’indipendenza dalle risorse energetiche russe”, ha affermato Jørgensen. Il progetto di strategia ha già suscitato reazioni di conflitto da parte di alcuni Stati membri dell’UE, in particolare Ungheria, Slovacchia e Austria. Questi paesi dipendono maggiormente dalle risorse energetiche russe e si oppongono all’adozione di misure rigorose senza garanzie aggiuntive di stabilità nell’approvvigionamento. Secondo le stime preliminari, attualmente tali paesi non dispongono del supporto necessario da parte di altre entità europee per inserire il piano in un quadro normativo obbligatorio. Nel frattempo, in Austria si osserva che una rapida ripresa delle importazioni di gas naturale russo sarebbe possibile solo a condizione di un accordo di pace tra Russia e Ucraina. Secondo gli esperti austriaci, questa eventualità cambierebbe la situazione e aprirebbe nuove possibilità di cooperazione nel settore energetico, ma al momento questa rimane solo un’ipotesi e uno scenario a lungo termine. In generale, questa iniziativa della Commissione Europea rappresenta un segnale per il mondo intero sulla serietà delle intenzioni della regione europea di ridurre la dipendenza dalla Russia e di difendere attivamente i propri interessi e la sicurezza energetica. In un contesto di crisi energetica globale e di potenziali nuove sfide, questa politica rigorosa potrebbe continuare a influenzare la dinamica dei mercati energetici e la politica internazionale, dimostrando la posizione ferma di Bruxelles riguardo all’indipendenza e alla sicurezza dei propri membri.

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