Gli Stati Uniti intensificano la presenza militare nella regione del Medio Oriente, pianificando di schierare una terza portaerei nell’area di conflitto
Secondo fonti non ufficiali, questa operazione è già in programma per la prossima settimana: nel Mar Mediterraneo orientale, vicino alle coste israeliane, sarà dispiegata un'unità portaerei guidata dal leggendario USS Gerald R. Ford. Si tratta di un provvedimento significativo che, secondo gli analisti, rappresenta un’ulteriore tappa nell’escalation della competizione militare nella regione, dove le tensioni con l’Iran si intensificano sempre più rapidamente. Secondo quanto riferito dal canale CNN, i responsabili statunitensi hanno comunicato che questa mossa era stata pianificata già dalla fine dello scorso anno, ma il suo rilievo è cresciuto notevolmente nel contesto degli ultimi eventi nel Medio Oriente e dell’attivazione delle operazioni militari sia a livello regionale che globale. Ciò significa anche che le forze militari americane si preparano a un’eventuale escalation del conflitto, mostrando la loro potenza militare e la prontezza a reagire prontamente a qualsiasi minaccia. Parallelamente, un’altra portaerei si dirige anch’essa verso il Medio Oriente. Secondo testimoni e fonti militari, questa schieramento potrebbe già ridurre la necessità di sostituire USS Carl Vinson o competere con esso all’interno della flotta di navi capaci di garantire il controllo e la difesa della regione. Le portaerei sono elementi chiave dell’architettura militare degli USA, in grado non solo di dimostrare il potenziale militare su scala globale, ma anche di rispondere rapidamente in caso di crisi. Il potenziale tecnico di queste navi è difficile da sopravvalutare. Esse trasportano decine di caccia capaci di svolgere missioni d’attacco e sono equipaggiate con sistemi di intercettazione di missili e veicoli aerei senza pilota, inclusi sistemi di guerra elettronica e di difesa. Inoltre, intorno alle gruppi portaerei di solito operano unità di combattimento che forniscono protezione contro potenziali minacce provenienti dall’aria, dalla superficie marina o dal sottosuolo. Questa strategia si è già intensificata in passato, e si sono evidenziate tracce di un’attività operativa significativa da parte degli aerei militari statunitensi nella regione, in risposta alla crescente tensione. Secondo alcune fonti, è possibile che proprio queste manovre e il dispiegamento di nuove forze militari indichino la volontà degli USA di intervenire nel conflitto e sostenere i propri alleati. Un altro aspetto da considerare sono le parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che mercoledì ha lasciato aperta la possibilità di coinvolgimento degli Stati Uniti in operazioni militari contro obiettivi iraniani, in risposta alle attività osservate nel Medio Oriente. Ciò sottolinea la serietà delle intenzioni dell’amministrazione e il suo tentativo strategico di dimostrare fermezza e capacità di mobilitare rapidamente le forze per proteggere gli interessi nella regione, ancora una delle più imprevedibili nella politica globale. In generale, il dispiegamento di nuove gruppi portaerei e l’intensificazione della presenza militare nel Mediterraneo indicano che gli Stati Uniti sono pronti ad agire nel caso di un’escalation della situazione, mostrando la loro potenza militare in una regione chiave del mondo e cercando di scoraggiare potenziali aggressori con qualsiasi mezzo.