Rotolando in sottili trame diplomatiche e dichiarazioni straordinarie, un nuovo giro di comunicazioni dalla regione dell’Asia orientale e dell’est della Russia illumina uno sviluppo eccezionale nei rapporti tra Russia e Corea del Nord

Chas Pravdy - 17 Giugno 2025 13:43

Secondo i rapporti dei media russi e fonti ufficiali, sono emerse informazioni sulla possibile partecipazione di specialisti nordcoreani ai lavori di ricostruzione sul territorio russo, in particolare nella regione di Kursk, che ha subito danni ingenti. Il Ministro della Difesa della Federazione Russa, Sergei Shoigu, attualmente in visita in Corea del Nord, ha fatto una dichiarazione inaspettata, suscitando un notevole scalpore pubblico. Secondo lui, il leader della RPC, Kim Jong Un, ha deciso di inviare in Russia mille sapper per disinnescare e evacuare ordigni esplosivi dal territorio della regione di Kursk. Inoltre, nell’ambito degli accordi, i militari nordcoreani assisteranno nel ripristino dei danni e nelle operazioni di ricostruzione delle infrastrutture nella regione, coinvolgendo circa cinquemila costruttori russi. Shoigu ha affermato che tale decisione è stata presa durante un colloquio con rappresentanti dell’alta dirigenza della DPRK. Il ministro della difesa ha sottolineato come tra i due leader, Vladimir Putin e Kim Jong Un, sia stato raggiunto un accordo per un ulteriore supporto dalla Corea del Nord alle Russia nei processi di ripristino delle infrastrutture danneggiate e nei piani di onorare la memoria degli eroi caduti nelle battaglie per la “liberazione” del territorio russo. Particolare attenzione nelle comunicazioni è stata dedicata all’intenzione di creare monumenti commemorativi in Russia e in Corea del Nord, che onoreranno la memoria dei combattenti coreani caduti nelle battaglie per la “liberazione” del territorio russo. Shoigu ha spiegato che questa iniziativa dei due governi rappresenta una manifestazione di amicizia strategica e il desiderio di rafforzare il cosiddetto “patto strategico”, dato che il trattato firmato a giugno di quest’anno tra la Russia e la DPRK a Pyongyang sta prendendo contorni concreti ed è stato già ratificato a novembre. In generale, questa notizia suscita grande interesse non solo tra gli esperti militari ma anche tra un ampio cerchio di analisti, che cercano di comprendere l’entità e le possibili conseguenze di questa collaborazione. Sorge la domanda logica: queste dichiarazioni costituiscono parte di un gioco diplomatico più ampio, o forse sono un preparativo per nuove fasi nel confronto geopolitico? È noto che i lavori di ricostruzione e la ricerca di partner per attività future sollevano dubbi sulla purezza e gli scopi delle comunicazioni pubbliche. Ricordiamo che la visita di Shoigu in Corea del Nord si è svolta il 4 giugno. In quell’occasione, i due Paesi discutevano ancora attivamente delle possibili aree di collaborazione e del livello delle relazioni strategiche, che hanno trovato conferma nella firma a Pyongyang di un Accordo di Partnership Strategica Globale, ratificato da entrambe le parti già a novembre dello stesso anno. Ciò indica una politica mirata di rafforzamento dei legami e di intensificazione di progetti militari e umanitari. In conclusione, si può affermare che gli attuali comunicati aprono un nuovo capitolo nei rapporti tra Russia e DPRK, e la loro portata e specificità sollevano molte domande sui piani e le azioni future di entrambe le parti. Non si tratta solo di aiuto nei lavori di ricostruzione e iniziative commemorative, ma anche di come in questa rete di complessi accordi diplomatici e militari inizi a delinearsi un nuovo equilibrio di poteri e interessi. Il tempo rivelerà se questa collaborazione diventerà ancora più approfondita o rimarrà a livello di gesti simbolici in un periodo difficile per entrambe le nazioni, segnato da sfide globali e regionali.

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