Il ministero dell’Interno dell’Ucraina comunica un’altra componente allarmante nel processo di rimpatrio dei corpi delle persone uccise a causa dell’invasione armata della Federazione Russa
Secondo quanto affermato dal capo del dipartimento, Ihor Klymenko, durante le ultime operazioni di restituzione dei corpi nel paese, la parte russa ha consegnato non solo i propri militari, ma anche corpi misti con resti di combattenti ucraini. Questo fatto provoca non solo una profonda preoccupazione, ma sottolinea anche quanto sia complicato e lungo il processo di identificazione delle vittime, specialmente nel contesto della lotta per scoprire ogni persona caduta in questa guerra crudele. Nel suo canale Telegram, il capo del Ministero dell'Interno evidenzia che la Russia cínicamente e consapevolmente complica questo lavoro. Secondo lui, nelle ultime operazioni di rimpatrio, gli esperti ucraini hanno ricevuto corpi gravemente danneggiati, con parti di corpi contenute in diversi sacchi, mentre in alcuni casi gli stessi resti di una persona venivano restituiti in momenti diversi e ovunque. Ciò rende più difficile il processo di identificazione, poiché ogni frammento richiede attenzione singola, esame accurato e test di laboratorio. Klymenko sottolinea che questo processo è laborioso e affaticante per gli esperti ucraini. Specialisti di laboratorio e investigatori lavorano al limite delle capacità, a volte ripetendo le stesse analisi per confermare l’identità. È importante notare che l’identificazione dei corpi è una procedura complessa e lunga a causa delle condizioni di danno e della frammentarietà dei resti. Inoltre, è ovvio che la Russia agisce anche di proposito, complicando ulteriormente il lavoro, prolungando le procedure e contribuendo a creare incertezza nelle famiglie delle vittime. Il Ministero della Difesa comunica che, dopo ogni rimpatrio, gli esperti ucraini avviano un meticoloso processo di autopsia e verifica dei corpi. Ciò include un'accurata ispezione, analisi del DNA e valutazione di ogni dettaglio per identificare con la massima precisione ogni persona deceduta. Tuttavia, lo stato dei corpi spesso resta estremamente grave: i resti vengono restituiti disarticolati, spesso in diversi sacchi e sparsi in varie fasi del processo di rimpatrio. Sono stati segnalati casi in cui i resti di una stessa persona vengono restituiti più volte, complicando ulteriormente il lavoro degli esperti. Il viceministro dell'Interno ha sottolineato che gli esperti ucraini fanno di tutto per accelerare il processo e restituire l’identità di ogni persona il prima possibile. In condizioni complesse, i laboratori sono dotati di tecnologia moderna e i gruppi di esperti seguono protocolli rigorosi per evitare errori e garantire risultati quanto più possibile accurati. Tuttavia, il problema principale resta il tempo: ogni ritardo provoca ancora più sofferenza e dolore nelle famiglie delle vittime, che desiderano ardentemente vedere i resti dei propri cari e avere il permesso di un funerale dignitoso. Il capo del Ministero dell'Interno evidenzia che, per le autorità ucraine, ogni persona è un essere umano, non una statistica, ma una vita che merita rispetto e degno onore. «Comprendiamo il dolore e le attese delle famiglie. Acceleriamo al massimo il processo di identificazione, ma allo stesso tempo abbiamo paura che diventi sempre più difficile portare a termine questo lavoro complesso rapidamente e senza errori con ogni grande rimpatrio. Forse questo è proprio l’obiettivo della Russia: complicare questa procedura, protraendola e cercando di vanificare la nostra capacità di stabilire rapidamente e con precisione la verità», ha affermato Klymenko. Il contesto degli eventi è molto drammatico. Il 16 giugno, le autorità ucraine hanno ricevuto, nell’ambito dei negoziati con Mosca, altri 1245 corpi di vittime. Il ministro della Difesa, Rustem Umerov, ha annunciato che il processo di rimpatrio secondo gli accordi di Istanbul è quasi concluso: sono stati restituiti oltre seimila corpi. Questo rappresenta una tappa importante nelle delicate trattative avviate il 2 giugno a Istanbul, quando Ucraina e Russia hanno concordato lo scambio di «sei mila corpi per sei mila» e lo scambio di feriti gravi e giovani militari. A seguito di questo accordo, è nata una vasta discussione sullo stato dei corpi e sulla possibilità della loro identificazione certa. Volodymyr Zelensky ha apertamente dichiarato che, su oltre sei mila corpi, secondo gli accordi, attualmente sono stati identificati circa il 15%. Dall'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022, l’Ucraina ha già restituito 15.801 corpi di vittime, di cui circa 9.744 al maggio 2025. Ciò significa che molte famiglie attendono ancora una risposta, un nome, un volto dei propri cari, una sfida non solo per gli esperti, ma per l'intero sistema statale, che fa tutto il possibile per il ritorno legale e dignitoso di ogni vittima umana.