Дonald Trump ha espresso apertamente il suo parere secondo cui l’esclusione della Russia dal formato del “Gruppo delle Otto” nel 2014 è stato un grave errore, che, a suo dire, ha contribuito al verificarsi e all’aggravarsi di un conflitto militare in Ucraina

Chas Pravdy - 16 Giugno 2025 19:53

Durante il vertice del G7 in Canada, tra i partecipanti del quale ora si svolgono di nuovo discussioni sull’eventuale ampliamento e sul possibile ritorno della Russia nel formato, l’ex presidente americano ha sottolineato che la storia avrebbe potuto svilupparsi diversamente se Mosca fosse rimasta a far parte di questo club di capi di stato e di governo economici e politici. Trump ha ricordato che un tempo il G7 celebrava la sua “maggiore importanza” nel panorama politico mondiale come G8, fino a quando non si è compiuto il passo di espellere la Russia. Secondo lui, proprio questa decisione ha creato le basi per la tensione che ancora oggi perdura. "Obama e altri leader, inclusi Trudeau, insistevano sul fatto di dover escludere la Russia. Io invece dicevo che si trattava di un grosso errore, perché se avessimo lasciato la Russia nel G8, forse la situazione in Ucraina e attorno ad essa si sarebbe sviluppata diversamente. La guerra non ci sarebbe," ha sottolineato nel suo discorso al vertice. L’ex presidente degli Stati Uniti ha ricordato che la decisione di escludere la Russia dall’organizzazione fu presa il 18 marzo 2014, appena un mese dopo l’invasione della Crimea e l’annessione della penisola, un atto che contraddiceva le norme del diritto internazionale e suscitava condanna dalla comunità internazionale. In quel periodo, in Russia sono iniziate sanzioni rigorose che sono ancora in vigore. Trump ha osservato che all’epoca la sua opinione sulla questione era tra le poche a opporsi a tale misura, e che proprio quel momento segnò l’inizio di un’escalation del conflitto. "Non sono d’accordo sul fatto che l’isolamento della Russia dal G8 abbia portato a risultati positivi. All’epoca ho molto chiaramente sottolineato che si trattava di un errore. Comunque, tutto cambia troppo in fretta. All’epoca si spendeva molto tempo a discutere della Russia, ma essa ormai non sedeva più al tavolo delle trattative. Questo complica la situazione," ha concluso Trump. Ha aggiunto che, durante il periodo di esclusione della Russia dal "Gruppo delle Otto", il Cremlino non ha avvertito barriere significative nella sua politica, e che Putin probabilmente non era ancora considerato un vero nemico. "Può anche essere detto che, forse, al tavolo delle trattative c’erano ancora nemici, ma lui (Putin) nemmeno allora era visto come un avversario così deciso come ora," ha affermato Trump. D’altra parte, l’ex presidente americano ha riconosciuto che è improbabile che la Russia venga reintegrata nel G8 nel prossimo futuro. "È passato troppo tempo, e la situazione è cambiata. Tuttavia, la proposta di coinvolgere anche la Cina nel formato non è così male," ha detto Trump. Evidentemente si riferisce alla possibilità di creare nuovi format di negoziato che tengano conto dell’attuale ordine mondiale. Inaugurando la sua disponibilità a idee di ampliamento del formato già durante il suo primo mandato presidenziale, Trump non solo ha attivamente espresso la sua posizione sulla Russia, ma ha anche insistito per il suo reintegro nel G8, e fin dall’inizio del secondo mandato ha richiamato questa idea. Ora, dopo il ritorno ufficiale alla Casa Bianca, si è nuovamente soffermato su questo tema nel suo primo intervento pubblico dopo il rientro ufficiale in carica. In tal modo, le sue dichiarazioni di fatto aprono un nuovo fronte nelle discussioni politiche sul futuro del formato delle negoziazioni internazionali: alcuni esperti ritengono che proprio questa idea – il ritorno della Russia e l’aumento del ruolo della Cina – sia quella che Trump promuove nel contesto del tentativo di mantenere o creare nuove posizioni per gli Stati Uniti nella politica globale.

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