Ucraina e l’Unione Europea: il premier slovacco Fico insiste sul rispetto degli interessi della Slovacchia in materia di sanzioni

Il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, ha espresso apertamente il suo dissenso verso le misure affrettate dell'Unione Europea riguardo all'istituzione di nuove sanzioni contro la Russia, invitando invece ad un'analisi più approfondita e alla considerazione della stabilità economica del suo paese. Nel suo ultimo intervento, ha sottolineato che attualmente per Bratislava sono prioritarie le questioni di sicurezza energetica e di garanzia di forniture di gas stabili dalla Russia, e che proprio a queste questioni va prestata la dovuta attenzione prima di procedere al voto per i nuovi provvedimenti restrittivi. Secondo fonti di «European Pravda», Fico ha richiesto al ministro degli Esteri, Juraj Blanár, di avviare modifiche all'agenda della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi membri dell'UE, prevista per mercoledì 18 giugno. Egli si è rivolto personalmente chiedendo di non accelerare il voto sul nuovo pacchetto di sanzioni fino a quando non sarà risolto il problema relativo alla sicurezza energetica dello Stato. Il premier ha sottolineato che la maggiore preoccupazione attuale è il rischio di «minusi» per la Slovacchia in caso di cessazione totale delle forniture di gas, petrolio e combustibile nucleare dalla Russia come parte delle politiche sanzionatorie. Secondo Fico, il governo di Bratislava desidera ottenere garanzie chiare riguardo alle scorte di gas stabili e all'assenza di un rapido aumento dei prezzi per i cittadini comuni. Ha evidenziato che il paese non ha motivo di «soffrire a causa dell'Ucraina», facendo intendere che il peso economico delle sanzioni non dovrebbe ricadere propriamente sull'economia slovacca e sui suoi abitanti. Questo passo rappresenta una logica prosecuzione della posizione della Massima dirigenza slovacca dopo le recenti dichiarazioni. In particolare, il 10 giugno, la Commissione Europea ha presentato il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tuttavia, non tutti i paesi hanno espresso un sostegno unanime alle nuove restrizioni. In particolare, Fico ha pubblicamente dichiarato che non supporterà queste sanzioni se la Commissione Europea non proporrà meccanismi concreti per affrontare la crisi, in modo da evitare che il paese si trovi in situazioni molto difficili a causa dell’interruzione delle forniture energetiche. Da notare che il premier slovacco non è nuovo nel dimostrare la propria indipendenza e disponibilità a dialoghi severi con le istituzioni partner a Bruxelles. La sua posizione solleva alcune preoccupazioni riguardo a una politica europea unificata e coordinata in materia di sanzioni, in particolare sul fronte della sicurezza energetica e della stabilità. In generale, la situazione nel settore delle forniture energetiche nell’Europa centrale resta tesa. I paesi partner già sentono gli effetti delle sanzioni e della politica di isolamento della Russia, e il loro intervento potrebbe influenzare significativamente lo sviluppo futuro degli eventi. Mercoledì, durante il prossimo incontro dei ministri degli Esteri dell’UE, si prevede che le questioni riguardanti i meccanismi di sanzioni e le garanzie per gli stati membri diventeranno argomenti di particolare attenzione. Quali saranno le prossime mosse dei protagonisti dell’Unione Europea e se riusciranno a trovare un compromesso comune in questo ambito cruciale rimane una domanda aperta. Al contempo, la posizione della Slovacchia dimostra che anche nell’ambito di una politica europea condivisa ci sono paesi che insistono sulla tutela dei propri interessi nazionali e sulla necessità di ottenere garanzie di sicurezza nell’attuale crisi energetica globale.