Secondo le notizie dell’agenzia Reuters, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficialmente confermato di aver negato a Israele la possibilità di attuare un piano volto a eliminare il massimo leader iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei
Questa decisione è diventata uno degli episodi chiave della crescente tensione politica e militare nella regione del Medio Oriente. La notizia è supportata da fonti della Casa Bianca, che precisano che gli Stati Uniti mantengono costantemente una posizione di fermezza sul fatto che l'uso della forza contro la leadership politica dell'Iran sia inaccettabile, finché non vengano compiuti atti di aggressione diretti da parte iraniana contro cittadini o interessi americani. Come riportato dall'agenzia Reuters, una fonte dell'amministrazione Trump ha affermato che al momento la Casa Bianca non sta considerando possibilità di attacchi mirati contro l'élite politica iraniana. «Gli iraniani hanno ucciso qualcuno tra gli americani? No. Finché questo non accade, non consideriamo nemmeno l'ipotesi di attacchi alla leadership iraniana», si legge nelle parole di un portavoce ufficiale. Questa dichiarazione è giunta in un contesto di tensione accentuata nella regione, deterioratasi notevolmente dopo i bombardamenti israeliani sul territorio iraniano durante la notte del 13 giugno. Israele ha colpito la capitale Teheran e diverse altre città iraniane, suscitando una vasta eco internazionale e un aumento della preoccupazione per un'escalation del conflitto. La versione ufficiale del governo israeliano è che tali azioni siano state di carattere preventivo, mirate a fermare il programma nucleare iraniano e a neutralizzare obiettivi militari nel paese. Questo intervento rispondeva alle notizie sull’eliminazione di diversi scienziati e militari iraniani, tra cui il generale di brigata Hossein Salami, il comandante del Quds Gholamali Rashedi, il comandante in capo delle Forze Armate Mohammad Bagheri, e sei scienziati nucleari. Nel frattempo, secondo quanto riferito dal Ministero degli Esteri ucraino, gli attacchi iraniani contro obiettivi israeliani potrebbero aver causato la morte di almeno cinque cittadini ucraini, di cui tre bambini. Ciò evidenzia la portata e l’imprevedibilità delle conseguenze del conflitto per gli ucraini nella regione. In seguito agli attacchi israeliani, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivolto un appello a Teheran affinché ritorni ai negoziati sul programma nucleare, affermando che il tempo è terminato e che è arrivato il momento di una soluzione definitiva. Tuttavia, l’Iran ha risposto a queste richieste dichiarando che qualsiasi negoziato con Washington sarebbe inutile nelle condizioni attuali, citando come motivogli attacchi israeliani appena effettuati. Pertanto, la situazione nel Medio Oriente rimane tesa, con il rischio di una nuova escalation del conflitto e di conseguenze di vasta portata per la stabilità della regione e la sicurezza mondiale.