Il Prime Minister di Israele, Benjamin Netanyahu, ha fatto un appello inaspettato e deciso al popolo iraniano – ha invitato gli iraniani a sollevarsi contro il regime islamico, che, secondo lui, da oltre cinquanta anni opprime cinicamente il proprio popolo, causando sofferenze, paura e privazioni

Chas Pravdy - 14 Giugno 2025 03:50

Questo messaggio è diventato un segnale forte non solo per le autorità di Teheran, ma per tutta la comunità internazionale. In prossimità della pubblicazione delle sue dichiarazioni sui social network, in particolare sulla piattaforma X (ex Twitter), il leader politico israeliano ha pubblicato un appello in cui esortava gli iraniani a considerare questo momento storico unico e a sfruttarlo per lottare per la libertà. Secondo le parole del premier, le forze israeliane hanno avviato un’ampia operazione militare contro il programma nucleare iraniano, annunciando che i primi attacchi sono già stati condotti. A suo giudizio, nelle prime 24 ore le forze israeliane sono riuscite a distruggere il principale impianto di arricchimento dell’uranio, uno dei componenti chiave per una potenziale arma nucleare. Inoltre, sono stati eliminati alti funzionari militari, esperti nucleari di spicco, e una significativa parte dell’arsenale missilistico dell’Iran, che potrebbe rappresentare una minaccia per la regione e direttamente per Israele. Nel suo discorso, Netanyahu ha sottolineato che il regime islamico, che secondo lui opprime crudelmente e spietatamente il popolo iraniano da quasi cinquant’anni, rappresenta una minaccia principale non solo per Israele, ma per tutto il mondo. “Lo scopo della nostra operazione militare è eliminare questa minaccia derivante da armi nucleari e missili balistici che il regime di Teheran indirizza contro il nostro paese”, ha dichiarato. Il premier ha invitato gli iraniani a non rimanere sidigenti, ma a cogliere questa opportunità per riconoscere il momento di risalita. “Ora è il momento di unirsi sotto il vostro vessillo e la vostra eredità storica, di opporsi a un regime duro e dispotico e di difendere la vostra libertà”, ha rivolto direttamente ai cittadini dell’Iran. Secondo Netanyahu, il regime attuale “non è mai stato così forte”, ma è internamente indebolito e offre agli iraniani un’occasione unica per cambiare la situazione in meglio, per uscire dal gioco del potere autoritario e creare una nuova storia per il paese. “Questa è la vostra occasione di alzarvi e di far sentire la vostra voce al mondo”, ha aggiunto. Ha inoltre sottolineato che l’operazione militare israeliana è diretta esclusivamente contro il brutto e dispotico sistema che opprime le persone e distrugge le loro vite. “Non combatto contro il popolo iraniano. Valorizziamo e rispettiamo i vostri achievement, la vostra storia e il vostro popolo. Il nostro nemico è il regime che trascina il paese nella paura e nella privazione, impoverendolo e distruggendo il suo futuro”, sottolinea il politico di spicco. Concludendo il suo messaggio, Netanyahu ha enfatizzato che il popolo iraniano possiede la luce e la forza per sconfiggere le tenebre imposte dal regime dispotico. “Sono con voi. Il popolo di Israele è con voi. Insieme possiamo sconfiggere il male e conquistare la vittoria della libertà e della dignità”, ha affermato. Questo appello ha suscitato un ampio risonanza nella scena politica globale, stimolando discussioni sulle prospettive di cambiamenti interni in Iran. In molti paesi del mondo, si pongono domande su cosa abbia spinto il premier israeliano a fare una dichiarazione così decisa proprio in questo momento e come potrebbe influenzare l’evoluzione futura del conflitto. Nel frattempo, i rappresentanti iraniani sono rimasti silenziosi, e l’attuale Teheran non ha ancora commentato le parole di Netanyahu. In generale, gli eventi riguardanti la grande operazione militare di Israele e l’appello al popolo iraniano sono manifestazioni evidenti della tensione nella regione e testimoniano che la situazione è estremamente complessa e potrebbe avere conseguenze di vasta portata per la sicurezza non solo del Medio Oriente, ma del mondo intero.

Source