Riduzione delle tensioni o nuovo stadio del conflitto?

Chas Pravdy - 13 Giugno 2025 20:12

Israele ha colpito le infrastrutture nucleari iraniane vicino a Fordo Nelle ore notturne della settimana scorsa, le forze armate israeliane hanno annunciato di aver condotto un'operazione su larga scala contro obiettivi iraniani nell'ambito delle proprie operazioni di destabilizzazione del programma nucleare del Paese vicino. Secondo informazioni ricevute da fonti iraniane, tra cui l'agenzia Fars e notizie di importanti media occidentali, l'esercito israeliano ha inflitto un pesante attacco alle installazioni missilistiche e alle infrastrutture chiave in Iran, in particolare vicino al più importante sito nucleare — Fordo, situato a diverse centinaia di metri sotto terra. È evidente che questo attacco rappresenta una delle azioni più gravi adottate nell'ambito del conflitto tra i due Paesi negli ultimi mesi. Secondo le fonti, nella zona sono stati uditi almeno due forti scoppi, avvenuti vicino al centro nucleare, suscitando grande preoccupazione per possibili ulteriori escalation. Le fonti aggiungono che, considerata la profondità della struttura, neutralizzarla costituisce una vera sfida per qualsiasi operazione militare. Il capo di stato maggiore dell'Esercito di Difesa di Israele, lieutenant general Eyal Zamir, ha affermato recentemente che le forze israeliane continuano a condurre attacchi contro obiettivi iraniani con il pieno dispiegamento di risorse. Ha sottolineato che il Paese sta portando avanti due missioni principali — difensiva e offensiva — e ha avvertito che le future azioni potrebbero complicarsi e richiedere un'ulteriore preparazione da parte delle forze israeliane. "Dobbiamo essere pronti a qualsiasi scenario, anche i più aggressivi, e usare tutta la nostra forza per difendere il Paese", ha dichiarato. Nel frattempo, il comandante dell’Aviazione dell’esercito israeliano, major general Tomer Bar, ha enfatizzato l’importanza della presenza nelle regioni occidentali dell’Iran. "Ogni missile che distruggiamo salva vite di cittadini nostri", ha detto. Secondo Bar, l’attuazione e il supporto di un attacco contro obiettivi iraniani contribuiscono a ridurre i rischi per militari e civili nel Paese. In aggiunta, secondo fonti di ricerca e militari, le difese aeree iraniane hanno tentato di intercettare un drone israeliano vicino all’obiettivo nucleare di Fordo, anche se l’operazione resta aperta a nuove ondate di attacco. Come risultato dello scontro, fonti aeronautiche riferiscono che il drone israeliano è stato abbattuto, suscitando ulteriore preoccupazione per un’ulteriore escalation. Il contesto di questi eventi è piuttosto denso di sviluppi. Nelle notti del 13 giugno, le forze israeliane avevano già condotto una serie di attacchi contro obiettivi strategici a Teheran e dintorni. Descrissero tale operazione come preventiva, finalizzata a evitare lo sviluppo del programma nucleare iraniano e a neutralizzare obiettivi militari nel Paese. In quella occasione furono distrutti diversi obiettivi chiave, tra cui la eliminazione del comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), generale di brigata Hossein Salami. Con lui persero la vita anche il comandante del quartier generale militare Hatam al-Anbia, generale di brigata Gholamali Rashidi, il capo delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, e altri scienziati nucleari. Ciò ha notevolmente intensificato anche il discorso politico diretto. I comandanti militari iraniani avevano già minacciato una rappresaglia sin da giugno, sottolineando che Teheran non rimarrà indifferente e risponderà all’aggressione israeliana con una “risposta dura”. Il brigadier general Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate iraniane, ha dichiarato che l’Iran intende rispondere a qualsiasi azione israeliana, aggiungendo che questa risposta sarà "dura e inaspettata", e che gli Stati Uniti subiranno "un prezzo elevato" per il loro supporto a tali azioni. Le forze diplomatiche e politiche statunitensi sono divise sul tema. Il segretario di stato Marco Rubio ha commentato che gli attacchi israeliani sono stati unilaterali e che Washington era consapevole della loro possibilità, ma non ha partecipato. Ha sottolineato che gli USA non supportano un’offensiva, ma ritengono necessario mantenere la diplomazia e non scatenare un’escalation generale del conflitto. In generale, questi eventi evidenziano un alto livello di tensione nella regione e il rischio di una crisi più ampia nel Medio Oriente. La posizione intransigente di Israele nella lotta contro lo sviluppo del programma nucleare iraniano e la reazione militare alle precedenti aggressioni sono testimonianze di questa escalation. Nel contempo, nel mondo diplomatico si discutono possibili conseguenze e vie di de-escalation, anche se le misure concrete in tal senso rimangono finora non definite.

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