Israele potrebbe usare la forza militare contro l’Iran nei prossimi giorni – fonti dei media

Chas Pravdy - 13 Giugno 2025 01:53

La minaccia di un attacco militare da parte di Israele all'Iran è stata posta all'ordine del giorno in vista di una gara diplomatica su larga scala. Secondo fonti autorevoli statunitensi e israeliane, i dirigenti israeliani stanno già preparando un possibile attacco contro gli obiettivi nucleari iraniani in tempi molto brevi — potenzialmente già domenica prossima. Questo scenario diventa sempre più realistico nel caso in cui Téhéran rifiuti di fermare l’arricchimento dell’uranio nell’ambito delle proprie ambizioni nucleari, suscitando preoccupazioni nel Medio Oriente e oltre. I capi di governo dei due alleati — Stati Uniti e Israele — hanno intensificato i negoziati sulle possibili azioni. Secondo quanto riportato dalla rivista Wall Street Journal, un alto funzionario israeliano ha comunicato che il premier Benjamin Netanyahu avrebbe sollevato la questione di un attacco possibile in una conversazione telefonica con il presidente americano Donald Trump, avvenuta lunedì. Fonti vicine all’amministrazione statunitense confermano che c’è un allineamento di posizioni tra i due paesi sulla possibile applicazione della forza. La collaborazione normale tra Washington e Tel Aviv riguardo alle operazioni militari rientra nei protocolli diplomatici tradizionali. Tuttavia, è opportuno sottolineare che un segnale così forte e chiaro, come un avvertimento di un possibile attacco mirato, è insolito per la parte israeliana. I funzionari israeliani stanno trasformando queste comunicazioni dimostrative in un modo per attirare l’attenzione sulla serietà della situazione e costringere Téhéran a fare una scelta: sospendere la produzione di armi nucleari o prepararsi a eventuali azioni militari. Secondo alcune fonti, un alto funzionario ben pagato all’interno del governo ha osservato che questa intelligence preventiva mira a creare condizioni che spingano l’Iran a prendere decisioni di compromesso. In particolare, ciò dà tempo per una risoluzione diplomatica e al tempo stesso ricorda ai leader iraniani che le famiglie di militari e diplomatici americani hanno la possibilità e il diritto di lasciare tempestivamente la regione in caso di escalation del conflitto. Analizzando il contesto, è importante evidenziare che questa minaccia aumenta la tensione in Medio Oriente, già calda di suo. L’Iran cerca attivamente di mantenere il diritto di arricchire uranio nell’ambito del suo programma nucleare. Contemporaneamente, Teheran non nasconde che un attacco militare contro i suoi obiettivi riceverebbe una risposta adeguata. In primo luogo, l’Iran minaccia di lanciare attacchi contro le forze militari statunitensi e gli obiettivi dell’infrastruttura israeliana nella regione, rafforzando così il ruolo della minaccia nel possibile scenario di escalation. La storia del conflitto legato al programma nucleare iraniano ha una sua preistoria. Il presidente americano Donald Trump ha ripetutamente parlato della possibilità di usare la forza contro Téhéran, ma allo stesso tempo non ha nascosto il desiderio di trovare una soluzione diplomatica. Secondo le sue parole, ritiene più conveniente continuare i negoziati, che a suo dire hanno buone possibilità di portare a una riduzione della tensione. Una tensione incredibile è stata aggiunta alla situazione dalla telefonata tra Trump e Netanyahu, avvenuta prima della scadenza di due mesi — il periodo assegnato dall’amministrazione americana per raggiungere un accordo con l’Iran. In questa conversazione, il presidente statunitense ha sottolineato che c’è ancora una possibilità di risoluzione diplomatica e che non desidera adottare misure militari, ma tiene sotto stretta sorveglianza la situazione. Le prospettive degli sviluppi dipendono da come reagirà l’Iran all’ultimatum e quanto sarà disposto a fare compromessi. Una dichiarazione ufficiale dei rappresentanti iraniani è attesa questa settimana e, secondo gli esperti, potrebbe segnare uno spostamento dalle posizioni precedenti. In generale, la situazione nella regione rimane estremamente tesa. Israele e gli Stati Uniti si preparano a diversi scenari, ma la priorità rimane la risoluzione diplomatica, anche se le minacce di ricorso alla forza restano sul tavolo. Allo stesso tempo, la possibilità di un conflitto militare con l’Iran aumenta i rischi di uno scontro aperto su larga scala, che potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità e sulla sicurezza dell’intera regione.

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