L’Unione Europea ha annunciato il nuovo, diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa, proseguendo la sua politica mirata di restrizioni in risposta all’aggressione e alla guerra condotta dalla Russia contro l’Ucraina

Chas Pravdy - 10 Giugno 2025 16:55

Questa decisione è stata resa nota il 10 giugno a Bruxelles, durante la presentazione delle relative proposte dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha sottolineato che il nuovo pacchetto sarà estremamente severo e principalmente rivolto ai settori energetico e bancario russi. Secondo la principale esponente europea, la Commissione Europea intende rafforzare significativamente le restrizioni all’export e il controllo sul rispetto delle normative sancenzionali. Una delle novità principali sarà l’introduzione di un divieto per qualsiasi transazione relativa ai gasdotti russi "Nord Stream 1" e "Nord Stream 2". Ciò significa che nessun operatore o partecipante del mercato europeo potrà effettuare operazioni dirette o indirette con questi gasdotti, rappresentando il primo caso di restrizioni di questa portata su questi principali flussi di gas russo. "Non c’è ritorno al passato", ha affermato, intendendo con ciò la totale blocco di qualsiasi transazione relativa ai gasdotti "Nord Stream". Un altro aspetto importante delle nuove sanzioni è il rialzo del limite massimo di prezzo del petrolio da 60 a 45 dollari al barile. La politica dell’UE in questa sfera mira a ridurre le entrate economiche della Russia, diminuendo la capacità di finanziare operazioni militari e di sostenere la stabilità economica. Ursula von der Leyen ha spiegato che, dall’introduzione di questo limite, i prezzi del petrolio sono drasticamente diminuiti e le quotazioni commerciali si sono avvicinate al limite stabilito, rendendo quindi necessario abbassarlo ulteriormente come passo importante per adattarsi alle dinamiche di mercato e migliorare l’efficacia della misura. Inoltre, nell’ambito delle misure contro l’overcoming delle sanzioni, si propone di vietare ulteriormente l’importazione di prodotti petroliferi derivati dal petrolio russo. Ciò sarà un tentativo di impedire che sul mercato dell’UE entrino forniture di crudo "occultate", contribuendo ancora di più a limitare il finanziamento del complesso militare russo. Un settore chiave delle nuove sanzioni sarà anche quello bancario. Si prevede di estendere non solo il divieto di utilizzo del sistema SWIFT, ma di applicarlo anche ad altri 22 istituti bancari russi, con l’obiettivo di restringere notevolmente la loro capacità di accedere a finanziamenti, effettuare transazioni e sostenere operazioni commerciali. Inoltre, sono previsti limiti anche per gli operatori finanziari di paesi terzi che finanziano il commercio con la Russia e aggirano il regime sanzionatorio, garantendo un controllo più rigoroso sul sostegno finanziario allo stato aggressore. Un altro passo importante è l’introduzione del divieto di esportazione di tecnologie e beni industriali per un valore superiore a 2,5 miliardi di euro. Questi provvedimenti riguardano beni fondamentali per l’economia russa – macchinari, metalli, plastiche, prodotti chimici – così come beni a duplice uso, impiegati per la produzione di armamenti, missili, droni e altre tecnologie militari. L’obiettivo è impedire alla Russia di modernizzare o rafforzare le proprie capacità militari con tecnologie europee. Concludendo la sua presentazione, Ursula von der Leyen ha sottolineato che un elemento cruciale è anche il rispetto effettivo delle sanzioni. Pertanto, oltre alla lista esistente, sono state aggiunte 77 imbarcazioni utilizzate per eludere l’embargo e 22 aziende o strutture straniere che sostengono apertamente o in modo occulto il complesso militare-industriale russo. Questa è parte di una strategia più ampia volta a ridurre al massimo il sostegno finanziario alla Russia dall’estero, strategia di particolare importanza nella prospettiva di un conflitto prolungato contro l’Ucraina. Infine, la presidente della Commissione Europea ha sottolineato l’urgenza di accelerare la cessazione delle ostilità: "Richiediamo una pausa della guerra di almeno 30 giorni, che permetta di ridurre le sofferenze dei civili e di creare le condizioni per negoziati che, in ultima analisi, porteranno a una pace duratura". In precedenza, il 20 maggio, il Consiglio dell’UE aveva già approvato il 17° pacchetto di sanzioni, che prevedeva restrizioni sull’uso di armi chimiche e misure contro le attività destabilizzanti della Russia. Tuttavia, molti leader, tra cui il presidente lituano Gitanas Nausėda, hanno ritenuto che queste misure siano insufficientemente severe, esortando a un inasprimento delle restrizioni in futuro, per aiutare al massimo l’Ucraina a respingere l’aggressione russa e esercitare maggiore pressione sul Cremlino.

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