Il Primo Ministro della Slovacchia, Robert Fico, ha ancora una volta dichiarato la sua ferma intenzione di opporsi all’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia, mettendo a rischio l’unità europea sulla questione

Chas Pravdy - 08 Giugno 2025 16:11

Nella sua dichiarazione ha sottolineato che bloccherà qualsiasi misura da parte dell'Unione Europea che possa nuocere agli interessi nazionali della Slovacchia. Questa decisione rappresenta un ulteriore manifestazione della complessa dinamica politica nel paese riguardo alle restrizioni sanzionatorie e mette in discussione la strategia europea comune nei rapporti con Mosca. Secondo Fico, la Slovacchia rimane favorevole a una partecipazione costruttiva al lavoro dell'Unione Europea, mentre invita ad adottare un approccio ponderato, che tenga conto degli interessi del proprio paese. «Non posso supportare misure che danneggino la nostra economia o sicurezza», ha affermato il premier, aggiungendo che «se verranno imposte sanzioni che minacciano i nostri interessi nazionali, non voterò mai a favore». Ha prestato particolare attenzione alle questioni relative all'importazione di carburanti russi, che alimentano le centrali nucleari slovacche: «Sono favorevole a un dialogo costruttivo e alla cooperazione, ma non a danno della nostra indipendenza energetica». Questa dichiarazione è stata una risposta al movimento politico nel paese, in particolare alla risoluzione adottata il 5 giugno dal parlamento, che invita il governo a rifiutare qualsiasi supporto a nuove sanzioni e restrizioni commerciali nei confronti della Russia. Il documento è stato approvato con l’intento di ridurre il livello di supporto alle misure anti-russe nel contesto politico interno. Parallelamente, prima di questo evento, il capo dello stato, Peter Pellegrini, il 4 giugno aveva respinto una petizione che chiedeva di indire un referendum sull’abolizione delle sanzioni contro Mosca. Ciò ha generato ulteriore tensione nel panorama politico e creato le premesse per un approfondimento del dibattito criminale e politico sulla partecipazione del paese alle sanzioni contro la Russia. La escalation della situazione era iniziata già a marzo, quando Fico aveva minacciato pubblicamente di bloccare eventuali ulteriori misure sanzionatorie dell’Unione Europea, che avrebbe potuto, secondo lui, compromettere gli sforzi per una risoluzione pacifica della guerra in Ucraina. Ciò evidenzia il suo desiderio di mantenere un equilibrio tra il sostegno all’unità europea e la salvaguardia degli interessi nazionali. Tale approccio politico ha suscitato accese discussioni nei circoli europei. Secondo esperti e analisti politici, la posizione di Fico approfondisce la crisi interna in Slovacchia e mette in discussione la solidarietà europea di fronte alle sfide di sicurezza esterna e alle sanzioni economiche. Nel frattempo, altri membri dell’UE ribadiscono l’importanza di azioni unificate per esercitare pressione sul Cremlino, mentre a Bratislava si ascoltano sempre più voci che invitano a un approccio più flessibile e pragmatico. La situazione politica rimane tesa, e molti analisti parlano già della possibilità che nel paese possano emergere nuovi schieramenti politici o si possano indire elezioni anticipate, per superare le divergenze interne e definire una posizione chiara riguardo alla partecipazione alle sanzioni e alla politica nei confronti della Russia. Allo stesso tempo, il destino del sostegno all’unità europea su questa questione critica rimane incerto e il ruolo di Fico in questo processo continuerà probabilmente a essere uno dei temi principali del dibattito politico nella regione.

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