La macchina di propaganda russa ha di nuovo riacceso la sua fabbrica di informazione, cercando di formare nell’opinione pubblica un’immagine di vittoria prevedibile e di gettare le basi per futuri passi politici e militari

Chas Pravdy - 07 Giugno 2025 16:46

Lo strumento principale di questa campagna sono stati i materiali video, presumibilmente confermanti la consegna dei corpi dei soldati ucraini uccisi, che si prevedeva di scambiare. Tuttavia, le autorità ucraine hanno identificato queste immagini come parte di una provocazione informativa accuratamente pianificata, effettuata dai servizi segreti russi. Il vice capo dello Staff di Coordinamento sulle questioni relative ai prigionieri di guerra, Andriy Yusov, nel commento a "Ukrainska Pravda", ha categoricamente smentito le affermazioni dei propagandisti russi, sottolineando ancora una volta che il video diffuso dalla parte russa non è stato girato sul luogo del futuro scambio, ma molto prima – in Russia, in condizioni del tutto diverse. Secondo Yusov, queste riprese hanno un carattere puramente propagandistico e sono parte di una campagna di disinformazione volta a screditare l’Ucraina, nonché a creare una pressione artificiale sul gruppo negoziale ucraino in vista di importanti processi di scambio. "Questo è un altro elemento di provocazione informativa aperta, mirata a minare la fiducia e a destabilizzare il processo di negoziazione", ha affermato Yusov. Egli ha sottolineato che i termini per l’inizio delle misure di rimpatrio erano stati concordati già martedì con i rappresentanti del Ministero della Difesa russo e dovrebbero svolgersi secondo il programma stabilito la settimana prossima. Nonostante questa provocazione informativa, i preparativi per lo scambio continuano e, secondo lui, presto l’Ucraina si aspetta un esito positivo. Cosa ha preceduto questo gioco informativo? La scorsa settimana, i media russi e i canali Telegram filorussi hanno pubblicato una dichiarazione del capo del gruppo negoziale russo, Vladimir Medinsky, che affermava che la prima consegna di corpi di soldati ucraini uccisi era già avvenuta nell’area dello scambio in autocarcasse refrigerate speciali. Questa notizia si è rapidamente diffusa nei canali di propaganda del Cremlino, e successivamente nei canali Telegram che supportano attivamente il Cremlino sono apparsi dei video con immagini di queste carcasse refrigerate. La parte russa non ha trascurato neanche di accusare l’Ucraina di “sorprese” nel rinvio dello scambio, che avrebbe, secondo loro, ritardato il processo di consegna dei corpi. Secondo i propagandisti russi, la delegazione ucraina non si sarebbe presentata nel luogo e all’ora stabiliti, violando così gli accordi. Tuttavia, nel Coordinamento sulle questioni relative ai prigionieri di guerra è stata esclusa anche questa versione, sottolineando che tutto è stato concordato e che la parte ucraina ha fornito le liste per lo scambio, mentre i documenti russi non corrispondevano agli accordi. Le autorità ufficiali ucraine attendono attualmente ulteriori passi da parte della Russia e sottolineano che il processo di scambio procede secondo tutti i piani già stabiliti, e che eventuali ritardi da parte russa sono un altro elemento di guerra informativa. Si aggiunge inoltre che l’Ucraina ha già fornito tutte le liste e i documenti necessari, e spera in un esito rapido e positivo di questa importante procedura. Allo stesso tempo, strutture diplomatiche e militari ucraine insistono sulla necessità di restare vigili e critici rispetto a qualsiasi dichiarazione informativa, poiché la Russia utilizza questa battaglia di informazioni per aumentare la pressione politica e psicologica. In generale, la situazione intorno allo scambio di prigionieri e ai corpi dei soldati ucraini uccisi rimane tesa, e gli strumenti di propaganda russa continuano a usare vari metodi per raggiungere i propri obiettivi. L’Ucraina invece insiste sulla legalità e trasparenza del processo e continua a collaborare con partner internazionali per escludere al massimo l’uso della guerra informativa per screditare la parte ucraina o sabotare importanti processi umanitari.

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