I media sollevano di nuovo il tema dell’atteggiamento dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti del conflitto russo-ucraino e dei suoi legami personali con i leader di Kremlin e Kiev

Secondo informazioni di una stimata testata americana, The New York Times, l’ex capo della Casa Bianca reagisce in modo molto diverso alle attività di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Le sue opinioni e valutazioni emotive della situazione subiscono notevoli oscillazioni, che indicano un conflitto interno tra il desiderio di mantenere una neutralità diplomatica e una critica giusta nei confronti dei leader attuali. Secondo fonti vicine all’entourage di Trump, l’ex presidente ha più volte espresso il suo disgusto nei confronti delle azioni del presidente ucraino Zelensky. In particolare, tra i consulenti politici si sente spesso accusare che proprio Zelensky, a suo avviso, sarebbe responsabile dell’escalation del conflitto militare. Trump lo ha definito con onore un “cattivo ragazzo” e l’ha condannato per aver compiuto passi politici e militari che contribuiscono ad aumentare la tensione. Tuttavia, l’ex presidente ha ripetutamente sottolineato che l’Ucraina si trova in una situazione difficile — sotto attacchi missilistici costanti e attacchi provenienti dalla Russia. Ciò gli fa comprendere l’Ucraina come vittima dell’aggressione, ma mantiene principalmente una posizione critica nei confronti delle autorità ufficiali ucraine. Per quanto riguarda la Russia, l’atteggiamento di Trump verso Vladimir Putin è tradizionalmente più moderato e addirittura simpatetico. In passato, aveva sottolineato incontri personali con “relazioni molto buone” e “amichevoli” con il leader russo. Secondo lui, il contatto personale con Putin può favorire la ricerca di soluzioni per mettere fine alla guerra in Ucraina. Tuttavia, nelle nuove dichiarazioni e interventi pubblici, l’ex presidente si mostra sempre più critico. Esprime “sgomento” riguardo alle azioni del dirigente russo, affermando che Putin “sta mostrando sempre più desiderio di rispondere ai nuovi attacchi ucraini”. In una delle sue recenti interviste, Trump ha affermato di aver avuto una “buona conversazione” con Putin, ma ha sottolineato che ciò non implica una rapida fine della guerra. Secondo lui, il leader russo dà pienamente ragione quando afferma che risponderà agli ultimi attacchi ucraini contro obiettivi russi occupati, come gli aeroporti. D’altra parte, Volodymyr Zelensky, commentando le parole di Trump riguardo ai contatti con Putin, ha dichiarato il 4 giugno: “Molti leader hanno già contattato la Russia a vari livelli, ma questi contatti non hanno portato alla cessazione della guerra e al ristabilimento della pace”. Il presidente ucraino ha sottolineato che il Cremlino si sente ancora impunito e continua a preparare nuove provocazioni. Zelensky ha evidenziato che, nonostante i enormi danni e le perdite, Putin sembra “sentirsi sicuro” e, a suo avviso, sta preparando risposte alle nuove sfide, il che fa supporre una situazione di crescente tensione. Insomma, nelle dichiarazioni pubbliche e nel morale interno di Trump si osserva un approccio duplice: da un lato, egli mantiene una certa riservatezza nei confronti di Putin, cercando di instaurare rapporti personali con l’obiettivo di risolvere il conflitto, dall’altro critica attivamente le autorità ucraine per quello che considera comportamenti provocatori. Questo riflette un’analisi complessa e ambivalente di un vecchio politico di fronte a una delle crisi internazionali più acute dei tempi moderni, che continua a suscitare dibattiti sia negli Stati Uniti sia sulla scena mondiale.