Sulle aree temporaneamente occupate delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson sono stati nuovamente registrati ampi blackout energetici, a conferma di un aumento delle tensioni nella regione e di nuovi sforzi da parte delle forze d’occupazione russe per distruggere le infrastrutture

Chas Pravdy - 03 Giugno 2025 01:30

Secondo le informazioni diffuse dalle amministrazioni sotto il controllo di Mosca, la situazione con l’elettricità si è notevolmente aggravata in diversi insediamenti che si trovano sotto occupazione temporanea. Il capo dell’amministrazione fil pro-russa nella regione di Zaporizhzhia, Evgeny Balitsky, afferma che quasi tutta la territorio sotto il controllo della Russia è rimasto senza fornitura di energia. Sostiene che, a causa di danni probabilmente provocati da un attacco missilistico-artillereo o da altri mezzi di armamento, decine di insediamenti sono rimasti al buio. Anche nella regione di Kherson la situazione è drammatica: secondo Volodymyr Saldo, collaboratore russo e cosiddetto “governatore” della regione occupata, più di 100.000 abitanti di 150 insediamenti sono rimasti senza elettricità. Egli afferma che i danni alle sottostazioni sono stati causati da „schegge di droni abbattuti” (UAV), in particolare nel distretto di Henichesk, vicino al confine con la Crimea occupata, così come a Melitopol e in altri insediamenti. Al momento, le autorità ucraine ufficialmente non possono né confermare né smentire tali informazioni, poiché attualmente mancano verifiche indipendenti di tali danni. Le compagnie energetiche ucraine avvertono sui possibili effetti su vasta scala, poiché la distruzione delle infrastrutture minaccia ulteriori e più gravi interruzioni nelle comunicazioni e nell’approvvigionamento di base per i residenti locali. Le circostanze della situazione rimangono tese, e le autorità ucraine monitorano tutte le nuove informazioni circa lo stato dell’energia nella regione. Contemporaneamente, le forze di occupazione russe continuano a usare metodi tattici di sabotaggio e distruzione delle infrastrutture come parte di quella che chiamano “operazione di destabilizzazione”, sperando di creare ulteriori difficoltà alla resistenza ucraina e ai cittadini delle aree sotto il loro controllo. Le circostanze del blackout sottolineano ancora una volta la complessità della situazione umanitaria nella regione, soprattutto nel contesto di un conflitto prolungato e degli sforzi mirati delle forze di occupazione per distruggere le infrastrutture critiche. l’Ucraina insiste sulla necessità di un intervento internazionale e sull’accelerazione degli sforzi di ricostruzione dell’approvvigionamento energetico, poiché il ripristino completo delle reti energetiche rappresenta una condizione essenziale per ripristinare stabilità e sicurezza per la popolazione locale.

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