Trump ancora diffonde teorie del complotto: afferma che Biden sia stato “giustiziato” già nel 2020

Chas Pravdy - 02 Giugno 2025 05:03

Negli Stati Uniti continuano gli sforzi di diffusione di disinformazione, e uno degli esempi più eclatanti è stata la recente pubblicazione dell'ex presidente Donald Trump, che sulla sua rete sociale Truth Social ha condiviso un'altra teoria del complotto senza fondamento. Questa sostiene che l’attuale presidente Joe Biden sia stato "giustiziato" già nel 2020, e da allora il suo posto sarebbe stato occupato da cloni o creazioni robotiche senza anima né intelligenza. La fonte di questa notizia sensazionale è un account anonimo con circa cinque mila follower, che regolarmente promuove teorie assurde simili e narrazioni disinformative. La sera di sabato, Trump ha pubblicato un link al suo post sulla sua rete sociale, che al momento conta oltre 9,8 milioni di utenti, senza aggiungere alcuna spiegazione o contesto, semplicemente diffondendo questa teoria con una punteggiatura pacata. Questo gesto conferma ancora una volta che, nonostante le smentite ufficiali e la proibizione di diffondere falsità, l’ex capo degli Stati Uniti non smette di usare la sua piattaforma per diffondere informazioni false. In passato, aveva ripetutamente promosso affermazioni non verificate riguardo a frodi nelle elezioni del 2020, dubbi sulla cittadinanza dell’ex presidente Barack Obama e addirittura narrazioni fantasiose sugli immigrati haitiani, che avrebbero "mangiato animali domestici". È importante sottolineare che tali affermazioni non sono state confermate né dagli esperti né dalla società democratica. Per quanto riguarda questi fatti, va ricordato che anche nel suo entourage ci sono stati diffusori di teorie cospirative. Politici e funzionari della sua amministrazione hanno fatto dichiarazioni prive di basi scientifiche o ufficiali. Ad esempio, l’ex ministro della Salute Robert Kennedy Jr. aveva diffuso falsità secondo cui i vaccini contro morbillo, parotite e rosolia causerebbero l’autismo. Inoltre, il direttore e il vicedirettore dell’FBI avevano diffuso teorie sulla cosiddetta "deep state" — l’idea di strutture segrete che, secondo questa teoria, controllano l’amministrazione americana e la usano contro i rappresentanti delle forze progressiste, incluso Trump. Ricordiamo che questo flusso di disinformazione non è passato inosservato: il 22 maggio, al White House, durante un incontro ufficiale nell’Oval Office, Trump ha avanzato ingiustificate accuse di genocidio dei bianchi in Sud Africa, accuse che sono immediate risultate condannate dalla comunità internazionale. Questo esempio illustra come la diffusione di teorie false possa avere gravi conseguenze politiche e sociali. Analisti politici noti ed esperti indipendenti confermano che affermazioni analoghe e la diffusione di versioni cospirative attestano un crescente sfiducia nei confronti dei fatti e delle fonti ufficiali, oltre a una profonda polarizzazione nella società americana. Nel frattempo, sostenitori di Trump e alcune cerchie pro-Russia supportano queste narrazioni, tra cui il miliardario Elon Musk e il noto commentatore televisivo Tucker Carlson, che attivamente contribuiscono alla diffusione di queste teorie. In conclusione, va sottolineato che dichiarazioni e azioni di politici indirizzate all’odio e alla sfiducia non sono una novità, ma il loro diffondersi nell’attuale atmosfera informativa mette in discussione l’obiettività e la trasparenza del processo politico negli USA. Mentre alcuni lottano per la verità e i fatti, altri restano dalla parte di realtà alternative, che sembrano principalmente al servizio dei loro interessi politici e valori.

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