Il senatore Lindsay Graham chiede di imporre nuove sanzioni contro la Russia prima del vertice del G7

Chas Pravdy - 02 Giugno 2025 00:47

Un alleato storico e sostenitore dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il senatore repubblicano Lindsay Graham, si è nuovamente attivato con richieste di inasprimento delle pressioni sul Cremlino attraverso l'introduzione di sanzioni di vasta portata. Nelle sue recenti dichiarazioni ha annunciato l'intenzione di ottenere l'imposizione di nuove restrizioni economiche contro la Russia già in vista del vertice del "G7", che si terrà dal 15 al 17 giugno in Canada. Tali misure, secondo lui, dovrebbero rappresentare un segnale per Mosca e anche per stati come la Cina, che aiutano attivamente il Cremlino ad aggirare le sanzioni internazionali. Secondo il senatore, l'idea è di far scattare le sanzioni entro metà giugno, cioè prima dell'inizio del vertice. Ciò consentirebbe di creare una forte pressione diplomatica ed economica e di dimostrare l'unità degli Stati Uniti con l'Unione Europea e i paesi partecipanti al "G7". Graham, insieme a colleghi del Partito Democratico, ha tenuto diversi colloqui a Parigi con rappresentanti del governo francese, nel corso dei quali sono state discusse possibili misure. Dopo questi incontri, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, assicurando che gli sforzi per l'imposizione delle sanzioni devono essere coordinati con i partner europei. Al centro dell'attenzione resta il progetto di legge che prevede l'imposizione di una tariffa del 500% sull'importazione da paesi che acquistano petrolio e altri idrocarburi russi. In passato, questa proposta è già stata sostenuta da 82 senatori ed ha il potenziale di diventare uno dei principali strumenti di pressione sulla Russia. Graham sottolinea: «La Russia uccide brutalmente civili — uomini, donne, bambini. Questa non è più una guerra locale — il mondo deve agire con decisione. Dobbiamo coinvolgere la Cina e altri paesi che acquistano il petrolio russo a basso costo, per indebolire le capacità militari del Cremlino. Se vogliamo mettere fine a questa guerra, la Cina deve assumersi le proprie responsabilità e aiutare a chiudere questa pagina». Per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Trump, Graham osserva che al momento il suo atteggiamento verso sanzioni più dure rimane incerto. Trump, come è noto, ha insistito sulla necessità di un immediato cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, ma negli ultimi tempi ha espresso sempre più delusione riguardo alle azioni di Vladimir Putin. Questo genera tensioni interne tra i repubblicani e pone interrogativi sulla loro unità in questa campagna diplomatica ed economica. Inoltre, i senatori hanno avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, nel quale hanno espresso la convinzione che Mosca si stia preparando ad un'offensiva più vasta verso la fine dell'estate o all'inizio dell'autunno. Hanno assicurato al leader francese di essere consapevoli dei piani aggressivi del Cremlino e hanno sottolineato la necessità di rafforzare il sostegno all'Ucraina e le sanzioni, affinché la Russia sia fermata. Un altro punto importante è la minaccia di nuove sanzioni di vasta portata da parte del Congresso. Il senatore Graham riferisce che il Senato sta già iniziando a discutere una legislazione che comporterebbe restrizioni sostanziali per la Russia in assenza di progressi nei negoziati di pace e di un cessate il fuoco. Graham e altri politici monitorano attentamente la situazione e sono pronti ad agire per aumentare la pressione sul paese aggressore. Fino ad ora, negli Stati Uniti sono state pronunciate molte dichiarazioni e promesse riguardo alle sanzioni, ma la loro reale applicazione è stata spesso rinviata o rallentata da difficoltà politiche e diplomatiche. Ora, secondo i senatori repubblicani, è arrivato il momento: vogliono agire con decisione e in modo coordinato per aumentare la pressione e costringere Mosca e i suoi alleati a fare un passo indietro, finché il conflitto durerà. Tuttavia, resta aperta la domanda se a Washington ci siano la volontà politica e un'adeguata unità per attuare queste ambizioni, di fronte alle sfide globali e all'aumentare delle tensioni.

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