Il 2 giugno, durante la sessione ordinaria dell’ONU, si è svolta la lunga attesa votazione, al termine della quale Annalena Berbock, ex ministra degli Affari Esteri della Germania, è stata eletta presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Chas Pravdy - 02 Giugno 2025 19:14

Questa decisione ha rappresentato una nuova tappa nella carriera diplomatica dell'esponente europeo ed è stata oggetto di ampio dibattito pubblico e internazionale. È importante sottolineare che la candidatura di Berbock è stata sostenuta da 167 Stati membri dell'organizzazione, rendendo la sua posizione incontestabile nel contesto delle procedure diplomatiche globali. Va aggiunto che tra i partecipanti alla comunità mondiale non vi sono stati voti contrari. Contemporaneamente, la procedura di voto si è svolta a porte chiuse – un formato scelto su insistente richiesta di uno dei membri delle Nazioni Unite, e fonti, tra cui, riferiscono che l'ideatore di questa decisione sia stata la Russia. Da parte russa è stato chiaramente manifestato il proprio atteggiamento negativo nei confronti della candidatura di Berbock, che è stata accusata pubblicamente di "palese faziosità". Ciò si spiega, in particolare, con le sue posizioni ferme nei confronti della Russia e delle sue azioni distruttive contro l'Ucraina. Durante il suo mandato di ministra degli Esteri tedesca, Berbock ha sistematicamente criticato l'aggressiva politica del Cremlino, definendola una flagrante violazione della stabilità e sicurezza internazionali. È reiteratamente intervenuta a favore del rafforzamento delle sanzioni internazionali contro la Russia e del supporto all'Ucraina nella lotta contro l'aggressione russa. Queste sue posizioni hanno suscitato una ferma opposizione da parte di Mosca, che, a sua volta, ha accusato Berbock di "pregiudizio" e di un approccio "scorretto" nei confronti del governo russo. Diamo inoltre attenzione al contesto politico: la proposta della candidatura di Berbock è avvenuta poco prima delle elezioni parlamentari in Germania e, come emerso, ha suscitato critiche tra alcuni politici e diplomatici. Molti hanno visto in questa mossa una sorta di dimostrazione della determinazione di Berbock, che, lasciando la carica di ministra, sperava in nuove opportunità sulla scena internazionale. Nel suo breve ma significativa discorso dopo l’elezione, ha ringraziato i partecipanti per la fiducia e ha espresso il desiderio di svolgere le funzioni di "onesta mediatrice" per tutti i paesi membri dell’ONU, mirando a garantire un corso diplomatico equo e bilanciato durante il proprio mandato. Va ricordato inoltre che in passato Berbock aveva rifiutato la guida del gruppo parlamentare dei "Verdi" in Germania per motivi personali. Tuttavia, il fatto che la sua candidatura fosse stata considerata per la posizione di presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha suscitato grande interesse e si prevede comporterà nuove sfide diplomatiche per la politica tedesca e europea nel suo insieme. Contemporaneamente, questo evento rappresenta un’ulteriore testimonianza del crescente ruolo di Berbock sulla scena internazionale, nonché mette in evidenza il complesso gioco diplomatico che si conduce attorno alle candidature di importanza strategica per la sicurezza e la stabilità globale. Pertanto, la scelta di Annalena Berbock come presidente dell'Assemblea Generale dell'ONU non solo simbolizza il riconoscimento della sua esperienza diplomatica e delle sue posizioni politiche, ma apre anche una nuova fase nei processi di interazione internazionale. Nonostante le turbolenze politiche interne ed esterne, lei intende garantire l’obiettività e l’uguaglianza nel lavoro dell’organizzazione, offrendo un esempio di leadership responsabile e equilibrata sulla scena mondiale.

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