In Crimea è stata comunicata la morte di uno dei più eminenti personaggi nella storia del movimento nazionale Crimean Tatar — Aishe Seitmuратova, leggendaria dissidente, attivista per i diritti umani e militante, la cui vita è stata strettamente intrecciata con la lotta per i diritti del popolo indigeno della penisola

Chas Pravdy - 01 Giugno 2025 10:15

È deceduta il 1° giugno 2024 nella Crimea sotto occupazione russa, all'età di 88 anni. La notizia si è rapidamente diffusa tra le comunità pubbliche ucraine e crimeane. Il leader del Mejlis dei Tatar di Crimea, Refat Chubarov, ha espresso profonde condoglianze in un post su Facebook, definendo Seitmuратova «una dissidente leggendaria, ex prigioniera politica dell’epoca sovietica, giornalista e storica, vero simbolo della lotta del popolo crimeano per la libertà e la dignità». «Ancora una volta, da Crimea, occupata dalla federazione russa, giunge una triste notizia difficile da accettare: all’età di 88 anni è venuta a mancare una delle più eminenti rappresentanti del nostro movimento. La sua vita è un esempio di volontà indomita e dedizione all’idea di tornare a casa», ha dichiarato Chubarov. Aishe Seitmuратova è una delle figure più note nel movimento nazionale Crimean Tatar. Nata nel 1936 nella penisola, nel corso della sua vita è diventata un simbolo della lotta per i diritti della popolazione crimeana. Nel 1964 si unì al movimento di resistenza che si sviluppava nell'area di Samarcanda — regione che molti Crimeani trovavano come rifugio temporaneo dopo la deportazione. Nella sua attività ha ripetutamente incontrato rappresentanti dell’autorità sovietica, in particolare delegazioni al Comitato Centrale del PCUS, cercando di attirare l’attenzione sul sistema repressivo ingiustificato nei confronti del popolo indigeno. Per il suo attivismo e la lotta per i diritti, è stata più volte repressa. Nel 1966 fu arrestata con l’accusa di «incitamento all’odio nazionale» e condannata a tre anni di condizionale. Già nel 1971 fu detenuta in prigione con accuse più gravi, tra cui «diffusione di false confession», che, secondo le autorità, screditavano l’ordine sovietico e il sistema. Ha scontato la pena nei campi di Mordovia, affrontando le persecuzioni e gli sforzi delle autorità sovietiche di spezzare il suo spirito. Tuttavia, non si è piegata e, dopo la liberazione nel 1974, ha proseguito la sua attività per i diritti umani e la lotta per il ritorno del suo popolo a casa. Per timore di ulteriori repressioni, nel 1978 emigrò negli Stati Uniti, dove divenne una giornalista attiva. Ha lavorato presso rinomate emittenti come Voice of America, BBC, Radio Liberty e Deutsche Welle, dedicando molto tempo a evidenziare i problemi del suo popolo, la storia delle repressioni, la russificazione, l’assimilazione e la lotta dei Crimeani per l’autodeterminazione. È stata la voce di coloro che non potevano restare in silenzio, e una fedele combattente per giustizia e verità. Aishe Seitmuратова non è solo una personalità che ha lasciato un ricco patrimonio civile e storico. È diventata un simbolo di resilienza e fermezza nel movimento crimeano, un’ispirazione per generazioni di combattenti per il riconoscimento dell’identità e dei diritti sulla propria terra. La sua vita ha incarnato lotta, coraggio e un profondo patriottismo, che ancora oggi ispira i sostenitori del ritorno alla terra natale e favorisce la difesa dei diritti del popolo crimeano in condizioni complesse del presente. La sua morte rappresenta una perdita grave per tutti coloro che lottano per giustizia e dignità.

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