L’Unione Europea ha espresso forte preoccupazione riguardo agli ultimi sviluppi in Georgia, avvertendo il paese sulla possibile sospensione del processo di integrazione europea a causa dell’adozione della controversa “legge sugli agenti stranieri”
Una decisione che ha suscitato ampio riscontro negli ambienti europei, mettendo in dubbio il proseguimento del percorso della Georgia verso l'adesione all'Unione Europea. L'Unione Europea ha condannato duramente l'approvazione da parte del parlamento georgiano di una nuova legge, criticata apertamente come strumento di pressione politica e come limitazione della libertà di parola. A firmare la dichiarazione riguardo a ciò sono state l'Alta rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine € Calog**, e la commissaria europea per l'allargamento e la politica di vicinato, Marta Kos. Hanno definito la legge "un ulteriore segnale di declino democratico" cominciato nel paese, aggiungendo che dall'anno scorso sono state adottate altre normative restrittive, tra cui leggi sull'informazione e limitazioni sui fondi europei. Secondo loro, questa "legge sugli agenti stranieri" non rappresenta soltanto un atto motivato politicamente — è diventata una seria minaccia ai principi democratici in Georgia e al futuro dei suoi cittadini in una società aperta. È stato specificato che con l'adozione di questa legge il paese ha segnato l'inizio di un completo arretramento democratico, un processo che mette in dubbio il cammino europeo della Georgia. I conclusioni del Consiglio europeo di giugno e ottobre 2024 affermano che la situazione nel paese si è aggravata al punto da ostacolare la sua integrazione nell'Unione Europea, e che in concreto il processo di adesione si è sostanzialmente fermato. Invitando le autorità georgiane ad assumersi responsabilità, le alte rappresentanti dell'UE hanno esortato a rispettare le aspirazioni del popolo georgiano verso un futuro europeo, sottolineando la necessità di rilasciare i prigionieri politici — giornalisti, attivisti e leader dell'opposizione, detenuti illegalmente negli ultimi mesi. Hanno evidenziato che l'Unione Europea è pronta a riconsiderare il percorso di integrazione qualora le autorità georgiane adottino misure concrete e convincenti per fermare il retreat democratico e riportare il paese sulla strada delle riforme. Al contempo, la responsabilità di questa situazione ricade interamente sulle autorità georgiane. Come antecedente di questa tensione, va ricordata l'approvazione il 31 maggio in Georgia della legge "sugli agenti stranieri", che le autorità paragonano al Foreign Agents Registration Act (FARA) degli Stati Uniti. La norma prevede un controllo severo sulle attività delle organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero e si occupano di attività politiche, suscitando ampie discussioni a livello internazionale sui possibili impatti sulla libertà della società civile e sull'indipendenza dei media. La reazione della comunità internazionale non si è fatta attendere, e attualmente la situazione in Georgia rappresenta una sfida centrale nel percorso del paese verso i valori europei e gli standard democratici. Questa situazione suscita crescente preoccupazione nelle istituzioni europee, poiché le prossime mosse delle autorità di Tbilisi potrebbero determinare il loro percorso di cooperazione più stretta con l’UE oppure portare ad un drastico abbassamento della fiducia reciproca. In ogni caso, d’ora in avanti qualsiasi avanzamento della Georgia verso l’adesione all’UE dipenderà dalla capacità del governo di rispettare i valori democratici e di fermare la tendenza verso metodi autoritari di gestione della società.