Il Regno Unito ha preparato un ampio documento strategico che definisce chiaramente il pericolo profondo e urgente rappresentato dall’aggressione russa, così come le sfide della guerra moderna, che sta radicalmente cambiando il volto della sicurezza internazionale
Questo rapporto di 130 pagine, elaborato con la collaborazione dei tre principali consiglieri del Primo Ministro, Sir Keir Starmer, verrà presentato pubblicamente già lunedì ed è destinato a diventare uno strumento fondamentale per la formulazione delle future politiche estera e di difesa del Regno Unito. In un contesto di crescente complessità della situazione globale, il documento sottolinea che il Regno Unito entra in una nuova era di minacce militari, caratterizzata non solo dai conflitti tradizionali, ma anche dalla rapida diffusione di nuove tecnologie — dai droni e intelligenza artificiale alla cybercriminalità e alle operazioni di disinformazione. Secondo fonti riferite, questa analisi si basa sulle lezioni apprese dall’inizio della guerra in Ucraina ed è finalizzata a potenziare la capacità di difesa del paese di fronte alle sfide più recenti. Il documento dedica particolare attenzione alla Russia, descrivendola come «una minaccia immediata e urgente» per la sicurezza del Regno Unito e per la stabilità dell’Europa nel suo complesso. L’analisi evidenzia che l’aggressione armata di Mosca, alimentata da elevati livelli di operazioni cibernetiche e di intelligence, richiede una risposta significativa da Londra. Tuttavia, gli autori avvertono che, sebbene l’attività russa sia in aumento, ciò non indica necessariamente la volontà del paese di trasformare il conflitto in una vera e propria guerra militare contro il Regno Unito. Il rapporto mette anche in evidenza il potenziale della Cina, che nei calcoli dei strategisti britannici non viene considerata un nemico nel senso pieno del termine. Piuttosto, viene descritta come una «sfida sottile e persistente», che talvolta può collaborare con Mosca, ma che allo stesso tempo mira ad aumentare la propria influenza globale e a ridefinire l'equilibrio di potere nel mondo. Le minacce di terzo livello sono rappresentate anche dall’Iran e dalla Corea del Nord, paesi che, secondo le stime, sostengono attivamente queste minacce nei loro rispettivi territori. Nel complesso, questo documento anticipa uno scenario più severo rispetto alle peggiori previsioni dell’epoca post-Guerra Fredda, suggerendo che il livello di tensione militare e di sicurezza abbia raggiunto i massimi dal inizio degli anni ’90. Tuttavia, si sottolinea che ciò non implica necessariamente un percorso inesorabile verso la guerra con la Russia. Piuttosto, si tratta di creare le condizioni per dissuadere e affrontare potenziali aggressori attraverso la modernizzazione dell’esercito e lo sviluppo di capacità cibernetiche. Nell’ambito della preparazione di questa vasta analisi sono stabiliti anche obiettivi strategici riguardanti l’aumento delle spese per la difesa. Si ipotizza che nel prossimo futuro il Regno Unito intenda progressivamente aumentare il budget della difesa fino al 2,5% del PIL entro il 2027, e nel prossimo ciclo parlamentare portarlo al 3%. Ciò risponde all’idea di rafforzare le capacità militari del paese e di potenziare il ruolo della NATO, soprattutto in vista del vertice dell’Alleanza previsto per l’estate, durante il quale saranno esaminati i livelli di spesa e le nuove minacce regionali. Un altro aspetto importante riguarda la riduzione del numero di effettivi militari britannici. Secondo i nuovi dati, il numero di militari è sceso sotto le 71.000 unità, il livello più basso mai registrato nella storia del paese, conseguenza di anni di tagli e delle incessanti sfide di bilancio. Ciò comporta rischi aggiuntivi per la capacità operativa e il potenziale di difesa nazionale. In risposta, il governo ha promesso di aumentare la forza militare di circa 5.000 uomini, con un investimento stimato di circa 2,5 miliardi di sterline all’anno. Tuttavia, successive ulteriori espansioni saranno possibili solo con il successo delle campagne di reclutamento. D’altra parte, il rapporto enfatizza anche l’investimento in tecnologie innovative, con una spesa di oltre un miliardo di sterline dedicata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e della sicurezza cibernetica. Le forze armate britanniche mirano non solo a rafforzare le proprie capacità nel cyberspazio, ma anche a creare una potente squadra di hacker in grado di contrastare attacchi complessi provenienti da fonti esterne. Questi sviluppi sono coerenti con le tendenze globali, in cui le battaglie decisive si stanno spostando nel mondo virtuale, obbligando i paesi ad adattare le proprie strategie di difesa alla rivoluzione digitale. Inoltre, il piano strategico includerà discussioni e iniziative per regolare le spese dedicate alla protezione delle frontiere e alla sorveglianza costiera, in linea con gli obiettivi NATO di aumentare le «spese di difesa indirette». Considerando la necessità di una cooperazione internazionale più ampia, il Regno Unito mira non solo a garantire la protezione tradizionale dei propri confini, ma anche a rafforzare le alleanze globali nella sicurezza digitale e militare, sulla base di accordi strategici all’interno della NATO. In conclusione, questo documento rappresenta una sfida significativa per il Regno Unito, delineando al tempo stesso un ambizioso percorso di modernizzazione del sistema di difesa e di rafforzamento del ruolo internazionale del paese. Attraverso analisi di crisi e piani concreti, il Regno Unito si prepara ad affrontare una nuova era di minacce, in cui tecnologie e guerre ibride complicano notevolmente il panorama della sicurezza e in cui la capacità di adattarsi rapidamente determinerà il suo futuro.