Dal 1° giugno entreranno in vigore in Polonia nuove norme migratorie, che avranno un impatto significativo su diverse aree, tra cui il mercato del lavoro, il settore accademico e il sistema di rilascio dei visti
Questa decisione del governo fa parte di una strategia più ampia per rafforzare il controllo sui flussi migratori e aumentare la sicurezza dei cittadini, riporta la stazione radio RMF FM, citando fonti ufficiali. Maggiori dettagli sulle novità sono stati riferiti anche da "Europa Press", che ha ricevuto commenti dai rappresentanti delle autorità polacche. Secondo le dichiarazioni dei funzionari, questa iniziativa rappresenta un naturale proseguimento delle intenzioni di intensificare il controllo sui processi migratori e di eliminare eventuali pratiche di abusi del sistema. Si afferma che le nuove regole sono parte integrante dell’attuazione della Strategia Migratoria approvata dal Consiglio dei Ministri nel ottobre 2024. L’obiettivo principale delle modifiche è ridurre gli episodi di utilizzo improprio del sistema migratorio per aggirare la normativa, rendere più trasparente e controllabile il processo di legalizzazione della presenza e dell’occupazione degli stranieri, e aumentare la sicurezza nel settore della migrazione. Sul sito ufficiale del governo si legge: "Stiamo implementando decisioni concrete per contrastare gli abusi del sistema migratorio a fini illeciti. È importante per noi garantire che l’immigrazione in Polonia sia legale e sicura, operi a vantaggio dello Stato e favorisca lo sviluppo economico e sociale". In questo modo, le autorità intendono creare un quadro legislativo più severo ma equo, che renda impossibile sfruttare le eventuali vulnerabilità del regime di soggiorno nel Paese. Uno degli aspetti chiave delle nuove norme consiste nell’introduzione dell’obbligo per università e istituzioni educative di informare i servizi consolari competenti nel caso in cui uno studente straniero non possa proseguire gli studi o non soddisfi i requisiti linguistici. In particolare, gli studenti saranno tenuti a confermare un livello di conoscenza della lingua di insegnamento non inferiore al livello B2, garanzia della loro capacità di seguire il corso scelto. Inoltre, le università dovranno verificare le qualifiche dei candidati, mentre l’Agenzia Nazionale per gli Scambi Accademici (NAWA) si occuperà di attestare, tra l’altro, i risultati degli esami e i diplomi di maturità. Il Primo Ministro polacco Donald Tusk, commentando le novità, ha sottolineato: "Siamo aperti a tutti coloro che desiderano studiare nelle università polacche, ma verrà stabilito un insieme chiaro di requisiti che impedirà abusi di questa opportunità, anche organizzatori di canali di immigrazione illegali". Sullo stesso tema, ha aggiunto che le nuove regole mirano a creare condizioni di parità e a prevenire possibili schemi fraudolenti. Un altro elemento importante delle modifiche riguarda la limitazione del numero di studenti stranieri ammessi nelle università, al fine di prevenire i cosiddetti "studenti fittizi". Si tratta di persone che utilizzano le università esclusivamente per aggirare procedure di visto e immigrazione o per legalizzare l’occupazione, problema attualmente molto serio nel sistema di istruzione e nel controllo migratorio polacco. Finora, queste misure hanno suscitato un vivace dibattito pubblico e politico. In particolare, il 21 maggio, Tusk ha espresso la disponibilità a chiudere il confine polacco-tedesco nel caso in cui la Germania iniziasse a rimpatriare richiedenti asilo in Polonia, suscitando ulteriori commenti e alimentando discussioni sulla futura politica migratoria del paese. Contemporaneamente, queste nuove regole mirano a creare un regime di immigrazione più stabile e sotto controllo, che aiuti lo Stato polacco a rispondere meglio alle sfide attuali in questo settore. In generale, l’entrata in vigore delle nuove norme dal 1° giugno rappresenta un passo importante per la Polonia nel rafforzare la propria politica migratoria, garantire la sicurezza e favorire l’immigrazione legale, in linea con gli interessi nazionali e gli obiettivi strategici del Paese.