Donald Trump ha fatto una dichiarazione a sorpresa in cui esprime ottimismo riguardo alla possibile fine del conflitto tra Israele e Hamas, annunciando la vicinanza di un accordo di cessate il fuoco a Gaza

Chas Pravdy - 30 Maggio 2025 23:59

Secondo l’ex presidente degli Stati Uniti, le parti "sono molto vicine a firmare un accordo" che prevede una sospensione temporanea delle ostilità di 60 giorni. Ha condiviso queste informazioni durante una conversazione con i giornalisti nell’Ufficio Ovale della Casa Bianca il 30 maggio, sottolineando che l’andamento delle trattative sarà presumibilmente comunicato nelle prossime ore o all’inizio della giornata successiva. Trump ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno reali possibilità di raggiungere un accordo e terranno il pubblico aggiornato, poiché il processo si trova già nella fase finale. Contestualmente, le informazioni ufficiali sui progressi tecnici e politici nelle trattative si sono fatte più vicine a una conferma pubblica, in seguito a diversi rapporti provenienti da varie fonti. Nei giorni precedenti, i media, citando fonti diplomatiche, avevano riferito che il governo israeliano era disposto a considerare un piano di cessate il fuoco e di scambio di prigionieri con i miliziani di Hamas proposto dall’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Vickoff. Questi negoziati avvengono nel contesto di un aumento dell’attività diplomatica sia da parte israeliana che palestinese. Dopo settimane prolungate di sforzi diplomatici, si era più volte parlato della possibilità di una svolta nei colloqui volti a porre fine al conflitto. Il diplomatico americano Vickoff ha condotto consultazioni da alcune settimane con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo consigliere Ron Dermer. Inoltre, le negoziazioni si sono svolte anche con i leader di Hamas a Damasco e in Qatar, tramite intermediari, tra cui il businessman palestino-americano Bishar Bakhah. Ciò segnala la complessità e la natura multilivello del processo diplomatico in corso intorno al conflitto a Gaza. Nel frattempo, continuano le accuse rivolte alle autorità israeliane riguardo alla violazione del diritto umanitario. Gli Stati europei criticano sempre più le azioni israeliane a Gaza, in particolare per il blocco degli aiuti umanitari e le restrizioni all’accesso alle risorse necessarie alla popolazione civile della regione. Questo contribuisce ad aumentare la pressione internazionale su Israele, che cerca di ridurre la tensione e di garantire al mondo la propria disponibilità a cercare una soluzione pacifica del conflitto. In conclusione, la situazione a Gaza rimane tesa, e sebbene gli sforzi diplomatici offrano qualche motivo di ottimismo, una decisione definitiva non è ancora stata presa e le strade verso la pace restano complesse e multilaterali.

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