La Corte Suprema della Slovacchia ha riconosciuto colpevole l’ex ministro delle finanze e attuale presidente della Banca Nazionale del paese, Peter Kažimír, di reati di corruzione, che non passano inosservati

Chas Pravdy - 29 Maggio 2025 12:16

Questa decisione è diventata una delle più rilevanti negli ultimi tempi nel campo della lotta alla corruzione nel paese e ha attirato l'attenzione sui problemi urgenti di trasparenza e dello stato di diritto nei processi investigativi. Secondo la sentenza, il capo della Banca Nazionale, che ricopriva questa carica dal 2019 e che dovrebbe concludere il suo mandato già domenica, 1 giugno 2025, è stato dichiarato colpevole di aver nel 2017 consegnato una tangente di 48.000 euro al capo dell'Amministrazione Finanziaria, František Imrecze, al fine di ottenere informazioni riservate su questioni fiscali di diverse aziende. Ciò gli ha permesso di favorire la riduzione degli obblighi fiscali di alcune imprese, causando ingenti perdite economiche per lo Stato – oltre tre milioni di euro, escluso l'IVA non pagata. La condanna, pronunciata dal Tribunale Penale Specializzato della città di Pezinok, presieduto dal giudice Milan Cisarik, prevede una multa di 200.000 euro. Contestualmente, il tribunale può considerare una pena alternativa sotto forma di reclusione fino a un anno, qualora le parti presentino ricorso. La sentenza attualmente non è definitiva e fluttua tra vari ambienti giuridici, poiché entrambe le parti hanno il diritto di appellarsi. Durante il processo, Peter Kažimír non è stato esente da critiche anche riguardo al suo comportamento. Prima di essere condannato, ha inviato a amici, conoscenti e contatti ufficiali una lettera in cui esprimeva vivamente il suo disappunto riguardo al sistema giudiziario, definendo il processo come fabbricato e motivato politicamente. Nella lettera sottolineava di avere tutte le ragioni per credere che il giudice Milan Cisarik intendesse dichiararlo colpevole sulla base di prove false, negando la propria partecipazione ad azioni illegali, inclusa la ricezione o il passaggio di tangenti. L’episodio ha avuto vari colpi di scena. Inizialmente, il giudice Cisarik aveva deciso in forma segreta una multa di 100.000 euro a Kažimír per corruzione, ma questa decisione è stata impugnata e il caso è stato rinviato a un’udienza pubblica per riesame. Ciò evidenzia la complessità e la tensione politico-giuridica che circondano questa vicenda. È importante notare che nel corso delle indagini sono state sollevate questioni sulla prescrizione del reato. La difesa dell’effettivo ha sostenuto che il caso dovrebbe essere chiuso a causa dei limiti temporali di prescrizione, dato che le vicende risalgono al 2017-2018. Con le recenti modifiche legislative, il termine generale di prescrizione per i reati di corruzione è di tre anni. Tuttavia, secondo le norme dell’Unione Europea, in casi che riguardano danni agli interessi della comunità o coinvolgono strutture internazionali, si applicano termini più lunghi – fino a cinque anni. È questa interpretazione che ha preso in considerazione il giudice Cisarik, rifiutando di chiudere il caso per prescrizione. Gli esperti europei, tra cui il procuratore Juraj Novocký, sottolineano che la questione di giustizia in questo caso è strettamente collegata alle norme UE, soprattutto per quanto riguarda l’IVA, problematica sotto il punto di vista della cooperazione e delle regolamentazioni all’interno dell’Unione. Esistono numerose decisioni della Corte di giustizia europea che confermano che l’obbligo di pagamento o la sanzione per violazioni fiscali e tributarie devono essere chiaramente considerati nelle procedure legali di tale rilevanza. Va sottolineato che, nelle ultime settimane, in vista della conclusione del suo mandato, si sono intensificate le discussioni sui media e nell’opinione pubblica riguardo alla lotta alla corruzione e alle sue prospettive nel paese. Media, politici e attivisti civici evidenziano che questa vicenda non si esaurisce e ha un potenziale di ulteriori ricorsi, oltre a possibili conseguenze politiche e legali. Sullo sfondo di questa vicenda, la situazione politica nel paese rimane tesa. Inoltre, recenti eventi hanno visto alcuni stati membri come Ungheria e Slovacchia rifiutarsi di firmare un documento del Consiglio dell’Unione Europea volto a rafforzare le istituzioni democratiche e combattere la disinformazione, sottolineando le fratture interne e le sfide all’interno della comunità europea. Queste divergenze politiche aggiungono ulteriore contesto al dibattito internazionale e sul ruolo della giustizia e della lotta alla corruzione nei paesi dell’Europa orientale.

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