La Corte d’appello degli Stati Uniti ha temporaneamente ripristinato l’applicazione delle tariffe di Trump, suscitando un nuovo dibattito e discussioni legali nel campo del commercio internazionale e della politica interna di Washington

Chas Pravdy - 29 Maggio 2025 22:54

Questa decisione del tribunale federale statunitense rappresenta un momento importante nella lunga disputa tra l'amministrazione e le corti riguardo alla politica tariffaria dell'ex presidente Donald Trump, che ha provocato molte controversie sulla scena mondiale. Secondo le informazioni ufficiali pubblicate sul sito ufficiale del tribunale, giovedì il tribunale ha adottato una decisione temporanea per annullare le precedenti ordinanze che avevano sospeso l'applicazione delle misure tariffarie di Trump. Di conseguenza, tali misure sono tornate ad essere in vigore, aprendo la strada al loro pieno utilizzo. Contestualmente, nella decisione è specificato che le parti – i querelanti opposti all'introduzione delle tariffe e che le contestano – devono presentare la loro posizione ufficiale riguardo alla possibile sospensione ulteriori della decisione entro il 5 giugno. In risposta, il governo degli Stati Uniti ha fino al 9 giugno per depositare la propria risposta ufficiale, dopodiché il tribunale può prendere una decisione definitiva riguardo a un'ulteriore sospensione o mantenimento delle tariffe in vigore. Questa decisione sembra andare contro le recenti pronunce di corti internazionali. In particolare, la Corte del commercio internazionale degli Stati Uniti aveva precedentemente riconosciuto che le azioni di Trump riguardo all'introduzione delle tariffe superassero i suoi poteri, decidendo temporaneamente di sospenderle. Ciò ha coinvolto non solo l'ambito della politica interna, ma anche aspetti della diplomazia internazionale: le tariffe punitive riguardavano numerosi paesi, tra cui Cina, Messico e Canada. Sono state applicate al fine di contrastare l'ingresso negli USA di Fentanyl, che rappresentava una grave minaccia per la sicurezza pubblica. È importante sottolineare che le statuizioni della corte d'appello significano il ritorno delle tariffe in vigore, con conseguenze serie per le relazioni commerciali. L'amministrazione del presidente Joe Biden ha già fatto capire che non intende abbandonare la politica tariffaria iniziata dall'ex leader del paese, nonostante le decisioni delle corti federali. Questa decisione politica genera ulteriori controversie riguardo ai limiti tra il potere giudiziario e quello esecutivo, nonché mette in discussione la strategia di lungo termine delle relazioni commerciali di Washington. In questo contesto, un aspetto rilevante è anche la tendenza a un conflitto interno sulla regolamentazione e i limiti dell'uso delle tariffe come strumento di politica economica. La situazione resta tesa: mentre le corti mettono in dubbio la legittimità delle ordinanze di Trump, l'amministrazione sembra pronta a continuare sulla rotta attuale, dimostrando la complessità di conciliare le decisioni giudiziarie con strategie politiche ed economicamente motivate del governo federale. Tuttavia, le risposte definitive sulla futura applicazione delle tariffe e sul loro impatto sui rapporti tra Stati Uniti e Cina, USA-Messico e USA-Canada non sono state ancora date, e il destino di questa controversia resta oggetto di intense discussioni politiche e legali.

Source