Questa settimana potrebbe rivelarsi decisiva per l’adozione di nuove sanzioni contro la Federazione Russa, poiché il governo degli Stati Uniti sta valutando attivamente i meccanismi di pressione supplementare sul Cremlino

Chas Pravdy - 27 Maggio 2025 02:23

Secondo fonti non ufficiali, facendo riferimento a fonti dei mezzi di comunicazione americani, in particolare al quotidiano The Wall Street Journal, l’amministrazione del Presidente Donald Trump sta considerando la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni già questa settimana. Questa decisione fa parte di una strategia più ampia volta a influenzare il leader russo Vladimir Putin e a spingerlo a adottare passi più flessibili nei negoziati sull’Ucraina. Secondo fonti, la principale motivazione di tale misura è il profondo disappunto di Trump riguardo alle attuali azioni del Cremlino. La squadra presidenziale ritiene che le azioni di Putin, in particolare gli attacchi armati e l’approccio aggressivo verso l’Ucraina, non suscitino negli Stati Uniti la volontà di fare concessioni. Inoltre, Trump sarebbe insoddisfatto dei tempi dei negoziati di pace già avviati tra Kiev e Mosca. Per questo motivo si stanno prendendo in considerazione diverse opzioni di pressione, tra cui, forse, l’assenza di nuove restrizioni bancarie, ma anche altri strumenti e misure per accelerare il raggiungimento di un compromesso. Tuttavia, nel testo si sottolinea che la decisione riguardo alle sanzioni non è ancora definitiva: esiste la possibilità che Trump possa decidere di rinunciare semplicemente alla loro introduzione. In ogni caso, il leader americano in questo periodo sembra essere stanco degli sforzi per trovare una soluzione pacifica e potrebbe considerare uno scenario in cui gli Stati Uniti si allontanano temporaneamente dal processo, qualora ritenga che gli sforzi si rivelino inefficaci. Ciò crea incertezza sulla strategia futura di Washington e sul suo sostegno militare e diplomatico all’Ucraina. Secondo fonti del WSJ, nelle ultime settimane Trump si è letteralmente opposto alla pressione per la firma di nuovi pacchetti sanzionatori, richiesti dai suoi sostenitori, e si è allontanato da misure più dure, in particolare riguardo al settore bancario russo. Tuttavia, il suo atteggiamento nei confronti della situazione è stato influenzato da alcune considerazioni chiave. Prima tra tutte la sua avversione verso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha accusato di «incoraggiare il conflitto», anche se Kiev insiste ufficialmente sulla cessazione delle ostilità. Trump pensa invece che il supporto di Zelensky al processo di negoziazione alimenti solo un ulteriore approfondimento del conflitto. In secondo luogo, tra le riflessioni del leader americano c’è anche il pensiero riguardo alle sanzioni in generale. Trump è convinto che restrizioni aggiuntive contro la Russia non sarebbero in grado di contenere significativamente le sue azioni militari, ma complicheranno gli sforzi futuri di ripristino delle normali relazioni economiche tra Stati Uniti e Russia. Il terzo fattore riguarda le preferenze personali: Trump crede di conoscere Vladimir Putin e di poterlo convincere a distanza di un colloquio diretto. Tuttavia, gli ultimi eventi hanno smentito questa idea — il presidente russo si è rifiutato di firmare un accordo di cessate il fuoco la scorsa settimana, seminando dubbi sulla reale intenzione di Putin di fare concessioni. Va notato che proprio domenica Trump ha fatto una dichiarazione forte riguardo agli eventi sul fronte ucraino. Rispondendo all’ultimo bombardamento russo, l’ex rappresentante degli Stati Uniti alle Nazioni Unite ha sottolineato che la Russia ride del mondo e degli sforzi americani per la pace. Trump ha espresso preoccupazione per il fatto che a Mosca pare si dia importanza solo alla forza e che il mondo rimanga a guardare silenziosamente il conflitto. Ha anche annunciato una possibile assistenza legale o politica per le sanzioni nei prossimi giorni. La premessa di questa situazione è costituita da molti elementi — dall’accusa aperta contro Putin di voler catturare tutta l’Ucraina alle dichiarazioni di Trump secondo cui egli è «arrabbiato» e comprende il presidente russo. È importante ricordare anche che la scorsa settimana il leader americano ha più volte manifestato il proprio disappunto per le azioni del Cremlino, soprattutto in relazione agli attacchi notturni contro le regioni ucraine. Secondo fonti ufficiali, le forze russe hanno condotto nella notte del 25 maggio un bombardamento combinato di diverse regioni ucraine utilizzando quasi 370 mezzi di attacco aereo e missilistico. Questi attacchi hanno causato 12 morti, più di 80 edifici danneggiati e circa 60 feriti tra i civili. Nel frattempo, anche il fronte diplomatico resta teso. L’ambasciatrice dell’Unione Europea in Ucraina, Caterina Materno, ha dichiarato che le azioni russa mostrano sempre più l’indifferenza del Cremlino nei confronti dell’opinione internazionale e degli sforzi della comunità globale per la pace e la stabilità mondiale. Ha evidenziato che Mosca ignora cinicamente le strategie di sanzioni, mentre i negoziati interni e la pressione diplomatica sembrano essere senza successo. Il ministro degli Esteri tedesco, Olaf Wademüller, ha sottolineato la necessità di rafforzare la responsabilità della Russia e di ottenere conseguenze reali, non simboliche, per la sua aggressione — invitando l’Occidente a agire con maggiore decisione ed efficacia affinché Putin comprenda il vero prezzo della sua guerra.

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