La Russia riesce di nuovo a spiegare il proprio rifiuto di partecipare ai negoziati con l’Ucraina in Vaticano, esprimendo una serie di motivi che, a loro avviso, complicano l’utilizzo della Santa Sede come piattaforma di dialogo
Secondo informazioni ottenute da Reuters da ambienti alti del governo russo, attualmente Mosca non considera il Vaticano come un mediatore serio e influente nei processi negoziali complessi, in particolare nel contesto del conflitto tra Ucraina e Russia. Le fonti dell’agenzia riferiscono che tra le ragioni di questa posizione russa si annovera anche un’idea, da tempo diffusa tra gli ambienti politici, secondo cui il Vaticano cattolico non sarebbe in grado di svolgere un ruolo chiave nel perseguire una soluzione al conflitto in corso. "Il Vaticano non viene specificamente percepito in Russia come una forza abbastanza solida e indipendente, capace di assumere posizioni per risolvere un conflitto così complesso e multilivello", ha dichiarato uno degli interlocutori. Un altro motivo, citato dai funzionari di alto livello, riguarda la prossimità geopolitica del Vaticano all’Italia, che è membro della NATO e supporta l’Ucraina nella sua difesa. Diversi interlocutori hanno indicato che, poiché il Vaticano si trova sul territorio dello Stato italiano, la sua possibile neutralità o il ruolo di mediatore nel conflitto pongono in discussione l’idea della sua capacità di agire come arbitro oggettivo. Oltre a ciò, un ulteriore argomento emerso nelle conversazioni con Reuters riguarda l’impossibilità di raggiungere rapidamente e senza ostacoli il Vaticano da Mosca, a causa delle sanzioni dell’UE. In particolare, molte autorità russe non possono attraversare i confini dei paesi dell’Unione Europea o muoversi liberamente a causa delle restrizioni imposte, il che rende difficile la partecipazione a qualsiasi missione diplomatica. Va comunque sottolineato che questi argomenti appaiono un po’ formali, poiché, come è noto, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha partecipato a diversi incontri internazionali, tra cui le riunioni OSCE nel 2023 e nel 2024, nonostante le restrizioni sanzionarie. Per quanto riguarda le prospettive di un incontro in Vaticano, l’agenzia Bloomberg, che si è affidata a fonti russe, ha recentemente riportato che attualmente Kremlino ritiene improbabile una visita di Vladimir Putin al Vaticano o in qualsiasi altro paese per negoziati diplomatici sulla questione del conflitto ucraino-russo. Tuttavia, anche durante il suo pontificato, Papa Leone XIV aveva avanzato l’idea della possibile utilizzazione del Vaticano come piattaforma neutrale per i negoziati, proposta che era stata sostenuta sia a Kiev che nelle capitali europee e anche a Washington. Finora, tuttavia, non sono state fornite conferme ufficiali riguardo ai piani per eventuali colloqui tra Ucraina e Russia, e Mosca ignora completamente la possibilità di un incontro in Vaticano, motivando la propria posizione con una serie di ragioni diplomatiche, politiche e di sicurezza.