The Economist avverte: la prospettiva di attacchi su larga scala da parte della Russia con migliaia di droni kamikaze sta diventando sempre più concreta

Chas Pravdy - 25 Maggio 2025 22:12

L'autorevole quotidiano britannico The Economist ha lanciato un avvertimento inaspettato sul futuro del conflitto in Ucraina, indicando la probabilità che Mosca possa presto utilizzare attacchi di vasta scala con fino a mille droni kamikaze. Ciò potrebbe cambiare radicalmente il corso della guerra, ponendo l'armamento ucraino di fronte a nuove sfide. Secondo dati preoccupanti, già l'anno scorso — quando la capitale ucraina, Kiev, viveva i momenti più caldi — l'uso di appena 30 droni kamikaze in una sola notte era considerato straordinario e contenuto. Ora, invece, le forze russe hanno fatto notevoli progressi nella produzione e nell'impiego di droni: nella notte del 25 maggio sono state rilevate solamente una parte della nuova ondata — 298 obiettivi aerei, che, secondo gli esperti, rappresentano probabilmente un record. Ciò indica che Mosca ha aperto una nuova fase in questa guerra tossica con i droni, pianificando di aumentare la loro produzione a livelli incredibili. L'articolo si rifà a fonti ucraine interne, tra cui rappresentanti dell'industria della difesa, che affermano che al Cremlino vengono prodotti circa trecento droni kamikaze "Shahed" ogni mese — e già in meno di tre giorni le attuali modalità di consegna alle truppe hanno raggiunto lo stesso livello. Ancora più, secondo le informazioni delle intelligence ucraine, la Russia prevede di portare la produzione quotidiana di droni fino a 500 unità al giorno. Questo alimenta i timori che, prima o poi, si formeranno intere armate di droni — stormi di mille unità — in grado di infliggere attacchi su vasta scala su obiettivi chiave. Gli ingegneri ucraini, specializzati nell’analisi e nella controffensiva contro i droni nemici, affermano che i modelli attuali sono molto più complessi dal punto di vista tecnologico rispetto ai precedenti. A differenza dei vecchi droni, quasi del tutto eliminati i sistemi di controllo basati sul GPS, facilmente disturbabili tramite mezzi di guerra elettronica. Al contrario, i nuovi modelli sono gestiti dall'intelligenza artificiale, utilizzano reti interne di Internet — mobili e a banda larga — e, cosa più importante, possono essere controllati tramite il popolare messenger Telegram. Questi droni possono ricevere in tempo reale dati, video e comandi dagli operatori, rendendo molto più difficile la loro intercettazione. Secondo notizie, gli esperti ucraini hanno già trovato documenti interni nascosti all’interno dei dispositivi dannosi. In particolare, uno dei droni conteneva una nota in cui si affermava che riceveva comando tramite bot su Telegram, che usando l’intelligenza artificiale inviava dati sul volo e immagini in tempo reale agli operatori. Ciò conferma le conclusioni degli esperti circa il livello di sofisticazione delle sistemi nemici, per cui i gruppi di esperti con armi economiche sono ormai un passato. Al momento, i droni russi operano in maniera differente rispetto a prima. Ora manovrano quasi come gli aerei: prima volano bassi per evitare il rilevamento, poi, quando si avvicinano agli obiettivi, si sollevano bruscamente a quote superiori ai 2000 metri — ed è proprio lì che sono più facilmente individuabili e neutralizzabili. Lo riferisce il colonello Denis Smazhnyj, comandante di un’unità di difesa aerea. Le forze ucraine dispongono di mezzi moderni per contrastare questi droni: elicotteri, caccia F-16 e intercettori senza pilota, tra cui i sistemi sviluppati dai paesi occidentali. Questi stanno già iniziando a dare i loro frutti, abbattendo alcune delle mete nemiche. La resistenza verticale delle Difesa Aerea ucraine presenta i suoi vantaggi — secondo un alto funzionario, Kiev e le aree limitrofe mantengono la capacità di abbattere fino al 95% dei lanci di droni russi. Tuttavia, ci sono quelli che riescono a penetrare — e, secondo le stime militari, sono in grado di provocare danni significativi. Questo sottolinea la gravità del problema e le sfide che fronteggia la difesa ucraina. Un altro tema importante riguarda i sistemi di difesa antimissile. In Occidente, e in particolare negli Stati Uniti, i sistemi Patriot rimangono gli unici efficaci strumenti per contrastare i missili balistici nemici. L’Ucraina possiede attualmente almeno otto batterie di questo sistema, ma non sono immuni da difetti: alcune unità sono in fase di riparazione, e in generale, secondo gli esperti militari, il problema è la carenza e le alte richieste di intercettazione di obiettivi complessi. La produzione di missili PAC-3, controllata dalla Lockheed Martin, viene costantemente aumentata — fino a 650 missili all’anno — ma è comunque inferiore alla produzione russa prevista di missili balistici. Secondo gli esperti, per una efficace intercettazione dei missili balistici russi, probabilmente l’Ucraina dovrà usare due missili per attaccare un solo obiettivo. Ciò crea ulteriori sfide e sottolinea la necessità di sviluppare una strategia globale che combini difesa, controffensiva e deterrenza. Le agenzie di sicurezza evidenziano che il vantaggio tecnologico ancora non garantisce automaticamente la vittoria — l’Ucraina deve essere flessibile e strategicamente preparata a fronteggiare le nuove e più complesse forme di attacco nemico. Pertanto, la situazione richiede un’accelerazione degli sforzi militari e diplomatici ucraini. Gli attacchi su larga scala con migliaia di droni non sono solo uno scenario possibile, ma una realtà con cui bisogna fare i conti e prepararsi fin da subito. Gli sforzi devono essere indirizzati alla modernizzazione dei sistemi di difesa, allo sviluppo di tattiche integrate e alla cooperazione internazionale, al fine di ridurre il rischio di conseguenze catastrofiche e di preservare sovranità e sicurezza del paese.

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