A Istanbul si sono tenuti i primi negoziati ufficiali tra Ucraina e Russia dopo oltre tre anni, che di per sé rappresentano un passaggio importante e simbolico

Chas Pravdy - 24 Maggio 2025 22:17

Tuttavia, le informazioni pubblicate dal primo vice ministro degli Esteri ucraino, Serhij Kyslytsa, attestano che queste trattative sono state profondamente diverse da tutte le precedenti. Secondo il diplomatico ucraino, i rappresentanti russi non hanno nascosto la loro aggressività e durante l'incontro hanno lanciato un flusso continuo di minacce, cinismo e dichiarazioni morali primitive. Come ha confidato Kyslytsa in un'intervista, trasmessa durante un maratone televisiva sabato sera, il livello di aggressività da parte della delegazione russa è stato impressionante. A suo dire, nel corso della conversazione i russi non hanno esitato a usare molte provocazioni, tra cui lunghi argomenti storici e “pseudo-escursoni”, mettendo in evidenza che “oggi pretendiamo 4 regioni, domani 6 o 8”. Quanto più cinica è stata anche la dichiarazione di un rappresentante russo, che con evidente arroganza ha affermato che “la guerra è quando i russi uccidono i russi”, alludendo ai conflitti interni e alle destructions compiute dagli occupanti nelle città ucraine. Inoltre, Kyslytsa sottolinea che in questo “flusso di oscure minacce” si può riconoscere una strategia evidente: i russi sembrano in tal modo rifiutarsi di riconoscere la sovranità dell'Ucraina, il suo diritto all’indipendenza e all’integrità. “A te e alla parte accanto si nega l’esistenza come nazione e come persona, cioè si dice: ‘Tu non sei ucraino, sei russo, e stiamo semplicemente uccidendo te, semplicemente i russi uccidono i russi’”, ha affermato il diplomatico. Kyslytsa ha inoltre riferito che, prima dell’inizio dei negoziati, la parte russa ha bloccato la possibilità di discutere alla presenza di rappresentanti degli Stati Uniti. Mentre la Turchia, che ha svolto il ruolo di mediatrice e ha partecipato alla riunione, non ha avuto un coinvolgimento diretto nelle trattative. La Russia ha dichiarato di non avere mandato per condurre negoziati in questa forma, il che di fatto lascia l’Ucraina senza possibilità di un dialogo costruttivo. Il contesto di questo incontro è stato piuttosto drammatico. Secondo i media, la parte russa a Istanbul ha avanzato una serie di ultimatumi, tra cui richieste importanti per l’Ucraina come il rinunciare a pretese territoriali e riparazioni. La Russia ha insistito affinché i rappresentanti degli Stati Uniti fossero esclusi dal processo negoziale, accennando a una sfiducia nei mediatori stranieri e alla probabile volontà di controllare il corso del dialogo. Lo scorso mese, il 16 maggio, in Turchia si sono svolti i primi negoziati diretti e pubblici tra Ucraina e Russia dopo molto tempo. Si sono svolti in un contesto di numerosi tentativi di trovare un percorso per porre fine al conflitto durato mesi, ma già allora era evidente la tensione. La Russia ha insistito affinché negli incontri non partecipassero rappresentanti USA, cercando di imporre le proprie condizioni, in particolare riguardo a garanzie internazionali e questioni territoriali. Lo stesso Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, ha dichiarato pubblicamente che Mosca è pronta a una guerra infinita. Ha minacciato di conquistare non solo territori ucraini, ma anche specifiche regioni come Sumy e Kharkiv, suggerendo che le truppe di occupazione russe non hanno intenzione di fermarsi e sono pronte ad andare avanti nel loro piano aggressivo. Medinsky ha inoltre provocatoriamente e apertamente posto la questione di quanto tempo ancora gli ucraini siano disposti a combattere, paragonando la situazione a 21 anni di guerra con la Svezia, lasciando intendere che per la Russia questa guerra potrebbe protrarsi a lungo e senza precedenti. Da parte sua, Serhij Kyslytsa, analizzando il comportamento dei russi, lo descrive come quello di “gangster”, con lo stesso cinismo, rudezza e negligenza delle regole diplomatiche. Le sue parole evidenziano il livello di vergogna e di aggressività senza precedenti manifestatesi nei partecipanti della delegazione russa durante i negoziati. Essi non nascondono i propri obiettivi – il desiderio di distruggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre lanciano accuse e insulti contro l’Ucraina per aumentare la pressione. In un contesto di crescente tensione e incertezza, si può solo sperare che anche nei momenti più difficili la diplomazia e il sostegno internazionale non abbandonino le proprie posizioni, dando all’Ucraina la possibilità di mantenere la sovranità e l’indipendenza in questa dura confrontazione. Nel contempo, le azioni della Russia mostrano che per Mosca questo conflitto non è tanto una lotta per la terra, quanto un modo di dimostrare la propria potenza e di distruggere ogni tentativo dell’Ucraina di diventare uno Stato indipendente e autosufficiente.

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