Lavrov ha annunciato una rapida presentazione del “memorandum” delle RF riguardante la risoluzione dopo lo scambio di prigionieri di guerra

Il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, ha fatto una dichiarazione clamorosa che potrebbe rappresentare un nuovo passo negli sforzi diplomatici delle parti per risolvere il conflitto. Secondo lui, la Russia prevede di presentare all’Ucraina “il primo progetto di documento sulla risoluzione” subito dopo la conclusione dello scambio di prigionieri di guerra. Ciò significa che, secondo le prime informazioni dei diplomatici russi, il lavoro su quel "memorandum" è praticamente già in fase finale e dovrebbe essere pronto per la discussione immediatamente dopo il completamento del processo di scambio. Secondo quanto diffuso dall’agenzia di stampa statale russa TASS, Lavrov ha dichiarato che Mosca lavora attivamente su questo documento e cerca di raggiungere il prima possibile un compromesso con Kiev. Tuttavia, alcuni esperti e funzionari ucraini esprimono scetticismo riguardo alle reali intenzioni di Кремль e alla possibilità di una rapida risoluzione del conflitto attraverso questo documento. Inoltre, il ministro degli Esteri russo ha fatto una dichiarazione a sorpresa sulla situazione attuale. Secondo Lavrov, gli attacchi delle forze ucraine contro obiettivi civili sul territorio della Russia, in particolare contro lo stabilimento "Energia" nella città di Yeletz, oblast di Lipetsk, sono apparentemente “una conseguenza diretta del supporto all’Ucraina da parte dei paesi europei”. Lo stabilimento "Energia", noto per aver prodotto per oltre un anno batterie per bombe aeree e missili "Iskander", è stato colpito, suscitando preoccupazione e dissenso nella società ucraina. Rappresentanti russi lasciano intendere che tali attacchi siano una risposta all’assistenza militare che Kiev riceve dall’Occidente e vedono in ciò una ingiusta “ risposta” dell’Ucraina. Nel contesto dei negoziati diplomatici, si segnala che la notizia è apparsa prima della dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Venerdì, Zelensky ha reagito con durezza all’informazione secondo cui la Russia sta formulando da una settimana il proprio "memorandum" per un cessate il fuoco. Secondo lui, queste conversazioni sono una cinica presa in giro del mondo intero, poiché ogni giorno al fronte comporta perdite di vite e distruzioni. Il presidente ha invitato la comunità internazionale a prendere decisioni decisive e ha sottolineato che una risoluzione pacifica è possibile solo a condizioni di giustizia, mentre qualsiasi segno di dichiarazioni artificiose è del tutto inaccettabile e non ha nulla a che vedere con la reale situazione. Risorse e fonti diplomatiche indicano che il processo di preparazione di un tale "memorandum" potrebbe rappresentare una nuova fase nelle trattative prolungate e negli sforzi di coinvolgere le parti in un dialogo costruttivo. Tuttavia, vista l’esperienza pluriennale e la situazione di tensione, molti esperti dubitano di un successo rapido di queste iniziative diplomatiche. Nel frattempo, la situazione rimane tesa sia sul fronte militare che politico. Le forze ucraine continuano a difendere le proprie posizioni, mentre le truppe russe non cessano i bombardamenti e i raid missilistici contro obiettivi e infrastrutture ucraine. Le trattative clandestine, compresi scambi segreti e piani riguardanti il "memorandum", restano l’argomento principale di discussione nei circoli diplomatici dei due lati del conflitto. Sul sfondo di tutto ciò, il mondo osserva lo sviluppo della situazione con tensione, sperando che nelle prossime settimane si possa raggiungere un graduale calo della tensione e un ritorno a una soluzione diplomatica, senza dimenticare l’importanza di passi realistici e decisioni ponderate.