Україна insiste nel rafforzare la politica di sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia, mentre gli Stati Uniti rimangono indecisi, cosa che desta preoccupazione a Kiev e ai partner dell’UE

Secondo l’agenzia Reuters, la prossima settimana il governo ucraino ha intenzione di rivolgersi ufficialmente all’Unione Europea con proposte per l’implementazione di misure radicali e su larga scala volte all’isolamento della Russia negli ambiti economici e finanziari internazionali. Secondo fonti, i diplomatici ucraini hanno in programma di preparare e presentare a Bruxelles una cosiddetta «Libro Bianco» — un documento con proposte dettagliate per una revisione della politica di sanzioni dell’UE, in particolare incentrate sul sequestro di beni russi e sulla loro successiva consegna all’Ucraina. Inoltre, tra i piani vi è l’introduzione di sanzioni secondarie contro aziende straniere che acquistano petrolio russo o aiutano il Cremlino a eludere le restrizioni già adottate. Tale misura, secondo le fonti, sarebbe senza precedenti per l’Unione Europea, poiché finora Bruxelles si era astenuta dall’applicare misure di questa portata. Il documento interno, di 40 pagine e destinato a essere condiviso con tutti i 27 Stati membri dell’UE, invita ad adottare una strategia di sanzioni «più aggressiva e indipendente». La proposta principale è modifica delle modalità decisionali — passare dal principio dell’unanimità a una votazione a maggioranza, al fine di ridurre il rischio di blocchi da parte di alcuni paesi. Il documento critica inoltre la mancanza di una partecipazione attiva degli Stati Uniti nelle iniziative internazionali congiunte di sanzioni. In particolare, nel «Libro Bianco» si afferma che l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump ha di fatto abbandonato il processo di coordinamento globale degli sforzi sanzionatori. Gli autori sottolineano che Washington ha sospeso la partecipazione a molte piattaforme intergovernative responsabili del monitoraggio dell’applicazione delle sanzioni, inclusa la conformità ai limiti di prezzo sul petrolio russo. Il documento evidenzia: «Washington ha sospeso la partecipazione al monitoraggio della conformità ai limiti di prezzo, ha sospeso il gruppo di lavoro federale che si occupava delle violazioni delle sanzioni, e la capacità di specialisti in questo settore si è notevolmente ridotta». Secondo esperti e diplomatici ucraini, ciò complica notevolmente la possibilità di coordinare gli sforzi internazionali e rallenta le contromisure economiche contro la Russia. Parallelamente, basandosi su un’analisi della situazione, gli esperti sottolineano che i Paesi europei hanno nel loro arsenale più che abbastanza leve per mantenere la pressione su Mosca. Secondo l’esperto di questioni energetiche russe del Harvard Kennedy School, Daviс Craig Kennedy, l’Europa possiede un potenziale significativo nonostante la predominanza del dollaro nel commercio mondiale e le difficoltà nel pieno recupero delle sanzioni statunitensi. «L’Europa ha molte più carte da giocare di quanto sembri», afferma. Secondo lui, la capacità di trattenere il flusso di investimenti verso la Russia e di intensificare la pressione sanzionatoria dipende da una politica concertata e coerente di Bruxelles. **Contesto e sviluppi recenti:** La situazione è piuttosto tesa. Dopo un colloquio con Vladimir Putin lunedì 19 maggio, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha improvvisamente deciso di non imporre nuove sanzioni contro la Russia, rompendo le speranze di leader ucraini ed europei di rafforzare la pressione sul Cremlino. Questo ha minato la fiducia nell’unità degli alleati occidentali e ha suscitato ulteriori timori sulla volontà degli USA di continuare a guidare gli sforzi sanzionatori. Già il giorno seguente, 20 maggio, paesi come l’UE e il Regno Unito hanno annunciato ulteriori restrizioni contro la Russia, creando una pressione bilaterale e confidando che Washington si unisca e potenzi le sanzioni. Fonti di Minsk riferiscono che il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, già in fase di elaborazione nell’UE, oltre alle restrizioni tradizionali contro le banche russe, potrebbe includere nuove misure. Si ipotizza l’introduzione di limitazioni per le istituzioni finanziarie di paesi non appartenenti all’UE ma che sostengono attivamente l’industria della difesa e l’esercito russi, incrementando ulteriormente l’isolamento economico della Russia dalla comunità internazionale. Infine, la comunità di esperti evidenzia che, nonostante le sfide e l’indecisione degli Stati Uniti, l’Europa ha tutte le carte in tavola per consolidare le proprie posizioni e creare un sistema di sanzioni potente che non permetta a Mosca di ottenere alcuna concessione in futuro. Una strategia di questo tipo sarebbe un passo naturale nella lotta per rafforzare l’isolamento internazionale della Russia e sostenere lo sforzo ucraino contro l’aggressore.