Il Parlamento Europeo ha adottato un nuovo pacchetto di misure riguardanti il commercio con la Russia e la Bielorussia, finalizzato a limitare sostanzialmente il loro accesso ai mercati dell’Unione Europea

Chas Pravdy - 22 Maggio 2025 14:16

Particolare attenzione è data ai prodotti agricoli, in particolare ai fertilizzanti, che attualmente rimangono uno degli strumenti chiave nella lotta contro l’espansione agricola russa. Secondo la decisione, approvata il 22 maggio a Bruxelles, il Parlamento Europeo introduce aumenti significativi delle tariffe doganali e delle tariffe di importazione per i prodotti agricoli russi e bielorussi. Questo con l’obiettivo di rendere economicamente svantaggioso l’ingresso di questi beni nell’UE, provocando alla fine la sospensione del loro flusso nel territorio dell’Unione Europea. Il documento, intitolato «Modifica delle aliquote dei dazi doganali su taluni beni originari o esportati direttamente o tramite intermediari dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Belarus», entrerà in vigore subito dopo l’approvazione ufficiale da parte del Consiglio dell’Unione Europea e la pubblicazione sugli atti ufficiali. Come indicato nella nota esplicativa del testo, questo regolamento consentirà di vietare completamente l’accesso al mercato dell’UE per oltre il 15% dei prodotti agricoli che in precedenza erano stati inseriti in liste con tariffe ridotte o inferiori. Per il resto dei prodotti sono stabilite nuove aliquote tariffarie elevate, che praticamente annulleranno qualsiasi incentivo economico a immettere prodotti russi nell’UE. In particolare, per gli agricoltori dei settori come i cereali, l’aumento delle tariffe prevede un aumento del 50% delle tariffe ad valorem. Ciò significa che gli esportatori russi e bielorussi dovranno pagare il 50% in più al momento dell’ingresso dei loro prodotti nell’UE. Per quanto riguarda i fertilizzanti, la situazione è particolarmente critica. All’attuale imposta ad valorem del 6,5% si aggiunge un dazio specifico speciale che aumenterà ogni anno di circa 40-45 euro per tonnellata. Di conseguenza, dopo tre anni dall’entrata in vigore della regolamentazione, le tariffe sui fertilizzanti azotati raggiungeranno valori compresi tra 315 e 430 euro per tonnellata, a seconda del tipo. Questi sono livelli proibitivi che sostanzialmente fermeranno l’importazione di tali prodotti dalla Russia e dalla Bielorussia. L’obiettivo di queste misure rigorose è riformulare la dipendenza dell’UE dalle risorse agricole russe e bielorusse, e anche prevenire il bypass delle sanzioni attraverso paesi terzi, in particolare la Bielorussia. Secondo gli autori della decisione, l’aumento sostanziale delle tariffe stimola la sostituzione dei fertilizzanti e dei prodotti russi con altri fornitori. Già ora alcuni Stati membri dell’UE si sono praticamente dissociati dai fertilizzanti azotati russi, senza avvertire carenze o aumenti rapidi dei prezzi di mercato. Ciò indica la possibilità di una rapida riallocazione degli approvvigionamenti dalla Russia verso produttori alternativi. In generale, per il settore agricolo europeo, questa nuova politica significa non solo combattere le importazioni dall’aggressore ma anche prepararsi ad aumentare la produzione interna di fertilizzanti all’interno dell’UE. Questo costituirà una risposta alla crisi delle risorse energetiche, che ha complicato notevolmente la produzione nella regione, e alla pressione delle importazioni russe, che a lungo ha aumentato la concorrenza e la stabilità dei prezzi. Inoltre, nell’ambito delle nuove misure restrittive, l’UE propone attivamente fonti di approvvigionamento alternative di fertilizzanti azotati — Egitto, Algeria, Norvegia, Marocco, Oman e Stati Uniti. Ciò permetterà di ridurre la dipendenza dalla Russia e di garantire un equilibrio stabile sul mercato interno. Secondo le informazioni disponibili, le tariffe sulla maggior parte dei prodotti agricoli provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia, in particolare sui cereali, saranno estese all’intera UE già a partire da luglio 2024. Questo in risposta alle lunghe richieste di Ucraina, Polonia e dei Paesi baltici di un divieto totale delle importazioni, che contribuirebbe a ridurre l’influenza russa nel settore agricolo europeo. Nel complesso, l’adozione di questo atto indica un orientamento tattico e strategico dell’UE volto a contrastare l’aggressione russa, in particolare attraverso strumenti economici. Si tratta non solo di sanzioni economiche, ma di una politica complessiva di smantellamento delle possibilità di Mosca di utilizzare il settore agricolo come strumento di pressione politica ed economica. Nel contesto dei meccanismi di sanzioni globali, i politici europei sottolineano che l’obiettivo è costringere la Russia e i suoi alleati a cambiare politica, utilizzando le misure più severe ed efficaci. Secondo gli esperti, le sanzioni, in particolare quelle sull’importazione agricola, rappresentano un’arma moderna nella lotta diplomatica ed economica contro il paese aggressore, che ha il potenziale di ridurne significativamente l’influenza e di indurla a riesaminare le proprie strategie nel conflitto con l’Ucraina e con l’Occidente.

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