Il Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina ha criticato le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin riguardo alla creazione di cosiddette “zone di buffer” nei pressi dei confini ucraini, sottolineando che queste parole potrebbero indicare una sola cosa – che Mosca continuerà a ostacolare una soluzione pacifica del conflitto

Chas Pravdy - 22 Maggio 2025 20:00

Un commento ufficiale è stato rilasciato dal portavoce del MFA, Georgij Tikhyi, che ha evidenziato come tali affermazioni del leader del Cremlino confermino che proprio la Russia rappresenta al momento il principale ostacolo alla pace. Parlando della natura di queste “zone di buffer”, Tikhyi ha sottolineato che, data la situazione, esse potrebbero facilmente sorgere non solo sul territorio ucraino, ma anche sul lato russo del confine. Per questo motivo, l’Ucraina da tempo conduce attivamente operazioni nelle aree che potenzialmente potrebbero fungere da “zona di buffer” sul territorio della Federazione Russa. Con questa posizione, il diplomato ha spiegato che le parole di Putin sulla creazione di una “zona di sicurezza” non sono tanto un avvertimento quanto una dimostrazione che Mosca cerca di consolidare al massimo le proprie posizioni e di creare le precondizioni per ulteriori azioni aggressive. Il portavoce del MFA ha anche notato che affermazioni simili del presidente russo non sono un fenomeno nuovo. Secondo Tikhyi, esse sono semplicemente un modo per giustificare le mosse aggressive del Cremlino e per spingere le istituzioni internazionali mondiali e l’Ucraina a tacere o ad accettare una nuova realtà. Allo stesso tempo, ha aggiunto, gli appelli al cessate il fuoco stanno ottenendo sempre più sostegno e sforzi da parte della comunità internazionale, mentre la Russia e la sua leadership, secondo il diplomatico, sono gli unici a sabotare questi processi, cercando di creare condizioni quanto più favorevoli a loro. “Queste parole dimostrano inequivocabilmente che la responsabilità per lo scoppio della guerra ricade esclusivamente sul Cremlino e personalmente su Putin. È lui il principale ostacolo alla pace stabile, sono le sue politiche e azioni che hanno causato distruzione, sofferenze e crisi umanitaria nel nostro paese. È giunto il momento di intensificare le pressioni diplomatiche e sanzionatorie su Mosca e Putin per costringerli a tornare ai negoziati di pace e a fermare la guerra. Per quanto riguarda l’idea delle “zone di buffer”, questa può diventare reale e praticabile solo in un contesto globale in cui la Russia cessi la propria aggressione e gli operatori ucraini mantengano la difesa ai confini”. Il messaggio principale del MFA è che la Russia utilizza queste dichiarazioni per creare l’illusione di controllo della situazione e per giustificare le proprie ulteriori azioni aggressive. Nel frattempo, le forze armate e i diplomati ucraini lavorano da tempo per prevenire potenziali escalation del conflitto e garantire la sicurezza nazionale, anche conducendo operazioni nel territorio russo, che secondo Tikhyi potrebbe potenzialmente fungere come sede di “zone di buffer” e diventare così un pretesto per nuovi incidenti e escalation. Ricordiamo che, qualche tempo fa, Putin ha comunicato ai funzionari di aver deciso di creare una “zona di sicurezza di buffer” lungo il confine con l’Ucraina. Questa è diventata una delle componenti chiave della sua nuova strategia di preparazione a una futura escalation. I rappresentanti ufficiali della Russia spiegano questa decisione come necessaria per la protezione dei propri confini, ma le autorità ucraine sono convinte che l’obiettivo del Cremlino sia aumentare le pressioni e imporre all’Ucraina nuove condizioni nei negoziati. In sintesi, la parte ucraina insiste sul fatto che ogni tentativo della Russia di giustificare le proprie azioni con la creazione di “zone di buffer” non è altro che uno strumento di propaganda e un pretesto per ulteriori aggressioni. Nel frattempo, l’Ucraina e la comunità internazionale continuano a chiedere la de-escalation, il ritorno al dialogo diplomatico e una posizione ferma nella difesa dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina.

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