Ecco la traduzione del testo in italiano:

Chas Pravdy - 22 Maggio 2025 01:55

Il ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è trovato coinvolto in una tempesta politica imprevista, dopo aver fatto una serie di dichiarazioni provocatorie sulla situazione in Sudafrica durante il suo ultimo incontro alla Casa Bianca. Nei suoi discorsi ha accusato il presidente in carica del paese, Cyril Ramaphosa, di aver commesso un presunto "genocidio dei bianchi", teoria del complotto senza fondamento che si diffonde attivamente tra estrema destra e circoli cospirazionisti negli Stati Uniti, e che vede tra i suoi sostenitori anche influenti imprenditori e propagandisti filorussi, come il miliardario Elon Musk e il conduttore televisivo Tuck Carlson. L'incontro nell'Ufficio Ovale si è trasformato in un palcoscenico per la diffusione di queste informazioni illegittime. Trump si è riferito attivamente a "migliaia di storie" raccolte sotto forma di articoli di giornale e videomateriali che, secondo lui, dimostrerebbero massacri di bianchi in Sudafrica. Secondo l'ex presidente, bianchi agricoltori stanno fuggendo di massa dal paese a causa della minaccia alla loro vita, vengono loro sottratte le terre e vengono addirittura uccisi – accuse che non trovano conferma in fonti internazionali e sono state già oggetto di critiche da parte di esperti. Inoltre, come sostiene Trump, la situazione in Sudafrica rappresenta non solo un problema di sicurezza, ma anche una persecuzione sistemica dei cittadini bianchi sulla base dell'etnia. Ha fatto riferimento a documenti e fotografie specifiche, inclusi articoli stampati, che presumibilmente attesterebbero l'esistenza di fosse comuni di agricoltori bianchi. Durante la presentazione, Trump ha persino richiesto di visualizzare un video, in cui sono apparsi immagini di croci bianche, presumibilmente tombe di agricoltori uccisi nel paese. Inoltre, ha fatto appello a una risposta da parte delle autorità americane e ha chiesto di chiamare a responsabilità uno dei leader dell’opposizione sudafricana. L'ospite ufficiale dal Sudafrica, il presidente Cyril Ramaphosa, si è mantenuto impassibile e calmo di fronte alla situazione. Rispondendo alle accuse, ha dichiarato di non aver ancora visto quei materiali e di essere interessato a sapere dove sia stato filmato il video. L’intervento è stato caratterizzato da freddezza, invitando a discutere apertamente della questione e sottolineando che in Sudafrica esistono propri documenti e una storia che smentiscono tali affermazioni estreme. Allo stesso tempo, nella stanza si trovava Elon Musk, di origini indonesiane, riconosciuto anche come sostenitore attivo delle teorie cospirazioniste relative alla situazione in Sudafrica. Sulla sua piattaforma X ha recentemente aggiunto un nuovo elemento: una comunicazione secondo cui il suo servizio internet satellitare Starlink avrebbe incontrato problematiche di licenza nel paese perché, a suo dire, "non è nero". In Sudafrica questa motivazione è stata percepita come un’accusa infondata, poiché fonti ufficiali hanno negato che Musk abbia mai presentato una domanda di licenza. Le autorità hanno sottolineato che le leggi nazionali richiedono alle aziende straniere di nominare rappresentanti locali appartenenti a gruppi storicamente vulnerabili, e non discriminano in base al colore della pelle. Complessivamente, questo incidente mette ancora una volta in evidenza la crescente influenza della disinformazione e delle teorie del complotto nella discussione politica globale contemporanea. A gennaio 2025 il governo sudafricano ha approvato una legge che permette di espropriare terreni più facilmente nell’interesse dello Stato, suscitando un’ondata di dibattiti politici e proteste. Nella cornice di questa politica, lo Stato tenta di ridurre le diseguaglianze razziali nella distribuzione della terra, diminuendo i privilegi della minoranza bianca e favorendo i diritti della popolazione nera. Tuttavia, tali misure sollevano ancora molte questioni e incontrano opposizione da parte di chi teme il ritorno di politiche discriminatorie. Negli ultimi mesi, si sono intensificate le discussioni online sull’uso del chatbot Grok, creato dalla compagnia di Musk, che ha iniziato a diffondere massicciamente sui social di X informazioni sul "genocidio dei bianchi" in Sudafrica. Queste risposte, spesso di natura cospirazionista, suscitano preoccupazione per la diffusione di disinformazione e per il disfacimento della fiducia nelle fonti ufficiali. Mentre il mondo assiste a questa corsa politica e informativa, rimangono aperti numerosi interrogativi sul ruolo e l’influenza delle tecnologie moderne, delle strategie politiche e delle tendenze autoritarie.

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