A Bruxelles si discutono con preoccupazione le nuove possibili evoluzioni riguardo l’integrazione europea dell’Ucraina, che nei media è stata chiamata “piano B”

Chas Pravdy - 22 Maggio 2025 16:10

Si tratta di un tentativo mirato di creare una via alternativa all'adesione all'Unione Europea, bypassando i ritardi e i blocchi posti da Ungheria, in particolare dal suo Primo Ministro Viktor Orbán. Questa decisione politica e giuridica internazionale suscita grande interesse e, allo stesso tempo, timori tra gli esperti e i circoli diplomatici. Secondo informazioni ottenute da fonti a Bruxelles, i primi passi nel quadro di questo "piano B" sono già stati compiuti, sebbene la posizione ufficiale dell'UE rimanga cauta e non vi siano comunicazioni in merito. Documenti interni e analisi indicano che, in vista dei negoziati previsti per agosto o settembre sull'adesione dell'Ucraina all'UE, sono in corso preparativi giuridici e procedurali attivi che consentono di avanzare anche in presenza di controversie irrisolte con il lato ungherese. L'idea principale di questo scenario alternativo consiste nella creazione di cosiddetti "negoziati paralleli": un processo attraverso il quale, al di fuori del formato comune con tutti i paesi membri, l'Ucraina intrattiene discussioni separate ma altamente sincronizzate con 26 Stati membri dell'Unione Europea (tutti tranne l'Ungheria). Ciò permetterà di proseguire nell'integrazione giuridica e tecnica dell'Ucraina nelle strutture europee anche nel caso in cui le decisioni sulla sua candidatura siano bloccate dalla posizione congiunta di Budapest. Le fonti indicano direttamente che già la settimana scorsa sono stati fatti i primi passi giuridici in questo "piano B". Tuttavia, buona parte di questa cosiddetta "attività diplomatica discreta" è ancora da compiere e dovrà essere implementata nel medio e lungo termine. Si prevede che, ad agosto-settembre, qualora non vi siano progressi positivi nelle negoziazioni tra Ungheria e Ucraina, verrà avviato un processo parallelo completo. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, questo scenario prevede l'utilizzo della flessibilità del diritto europeo, che permette di procedere senza la necessità di un consenso unanime. Nei casi in cui sia necessario concordare la volontà politica di tutti i membri, 26 paesi dell'UE conducono trattative separate con Kiev su documenti e programmi specifici, noti come "cluster". L'ufficializzazione della conclusione delle procedure tecniche e giuridiche per l'Ucraina è prevista simultaneamente all'annuncio dell'inizio dei negoziati con la Moldova per il suo stato di candidata. Questo piano prevede anche la convocazione di conferenze intergovernative, che tradizionalmente sono decisive nei processi di allargamento dell'UE. Secondo fonti, la decisione di convocarle non richiede unanimità, anzi — può essere presa in modalità che consentano di coinvolgere l'Ucraina indipendentemente dalla posizione di Budapest. Inoltre, si ipotizza di effettuare negoziati congiunti per Ucraina e Moldova, il che potrebbe avere diversi obiettivi. Per la Moldova, tali conferenze dovrebbero culminare con il riconoscimento ufficiale del soddisfacimento dei principali criteri e compiere il passo giuridico successivo verso l'adesione. Per l'Ucraina, invece, tale processo rappresenterebbe un tramite politico che garantisce che il veto ungherese irrisolto non ostacoli il suo cammino verso l'integrazione europea in futuro. L'obiettivo principale dei "negoziati paralleli" è creare la possibilità, in qualsiasi momento in cui cambino le condizioni politiche in Ungheria — cambi di governo, di congiuntura politica o compromessi — di attuare rapidamente tutte le opportunità mancate e avviare procedure giuridiche su larga scala. Questo, secondo i progettisti, dovrebbe permettere all'Ucraina di avere percorsi più flessibili e meno dipendenti dai blocchi esterni verso la comunità europea. Al tempo stesso, gli analisti sottolineano che questo "piano B" presenta anche dei difetti. Molti esperti avvertono che tale approccio potrebbe portare a colli di bottiglia giuridici, instabilità politica e a un potenziale indebolimento della capacità di avvicinare l'Ucraina in modo coerente e sostanziale agli standard e ai valori dell'UE. Ciò potrebbe complicare ulteriormente il suo ingresso nel contesto europeo comune e creare ulteriori sfide per gli sforzi diplomatici degli altri membri. In generale, la situazione rimane tesa: Bruxelles sta predisponendo diversi scenari di azione per sostenere le aspirazioni dell'Ucraina di entrare nell'UE, indipendentemente dagli ostacoli esterni. Questi prevedono un uso delicato degli strumenti giuridici, politici e diplomatici per garantire i progressi, anche in situazioni dove il tradizionale percorso di integrazione europea è ostacolato o bloccato. Si tratta di una nuova fase della strategia complessiva di integrazione europea dell'Ucraina, che potrebbe definire il suo cammino verso il futuro nell'Unione Europea condivisa.

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