Il Senato degli Stati Uniti insiste: restituite i bambini ucraini rapiti dalla Russia prima di firmare qualsiasi accordo di pace

Chas Pravdy - 21 Maggio 2025 00:10

Negli Stati Uniti si fanno sempre più insistenti gli appelli alla responsabilità politica della Russia per gravi violazioni dei diritti dei bambini ucraini. Un gruppo bipartisan di senatori ha presentato una risoluzione di vasta portata che invita Mosca a restituire tutti i bambini ucraini deportati con la forza in Russia prima che venga firmato qualsiasi accordo di pace per mettere fine alla guerra in Ucraina. Le indicazioni su questa iniziativa sono state diffuse da fonti a conoscenza del testo della risoluzione e sono state confermate da strutture ufficiali. A guidare questa iniziativa bipartisan sono i senatori Chuck Grassley, del Partito Repubblicano, ed Amy Klobuchar, del Partito Democratico. A loro si sono uniti colleghi e membri dello stesso schieramento politico — tra cui Ronald Viker, Joni Ernst e Rick Scott (Repubblicani), e Dick Durbin e Jon Fetterman (Democratici). Tutti hanno espresso all’unisono il loro protesto e richiedono azioni immediate per proteggere i bambini ucraini. Nel testo della risoluzione si afferma che il rapimento e la russificazione dei bambini ucraini sono un evidente segnale delle intenzioni del regime di Kremlino di distruggere l’identità ucraina e di spezzare il futuro della nazione. «La modifica dell’identità attraverso deportazioni e propaganda è più che semplici crimini di guerra, è un piano consapevole e cinico di distruzione della cultura e delle tradizioni ucraine», si legge nel documento. Il capo dell’ufficio del Presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, concorda e sottolinea: «Il ritorno dei bambini ucraini illegalmente deportati è una condizione essenziale per mettere fine alla guerra». Il senatore Grassley, nel suo intervento, evidenzia che l’entità dell’invasione della kremliniana e gli shock che ne sono derivati sono la sfida più complessa in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale. “Putin è venuto sulla nostra terra con l’intento di distruggere l’identità ucraina, rapendo migliaia di bambini per lavargli il cervello e distruggere la loro cultura. Dobbiamo lottare per il ritorno di ogni bambino, e questo deve essere una priorità in ogni processo diplomatico e politico”, afferma. Questa risoluzione rappresenta il primo documento pubblico e personale nel Senato dall’epoca del ritorno sulla scena internazionale di Donald Trump, e si inserisce nel contesto di un riesame delle politiche degli Stati Uniti rispetto al conflitto russo-ukraino. Inoltre, apre un nuovo capitolo nel dialogo diplomatico sul futuro dell’Ucraina, evidenziando che la deportazione dei bambini non è solo un crimine di guerra, ma anche un tentativo di distruggere il popolo ucraino dall’interno. «Non possiamo rimanere indifferenti», sottolinea Andriy Yermak. «Il rapimento dei bambini non è solo un atto di violenza, ma un cinico tentativo di cancellare l’identità nazionale del nostro popolo. Il ritorno di ogni bambino è il nostro dovere morale e una condizione necessaria per porre fine a questa guerra». Aggiunge inoltre che senza il ritorno dei bambini ucraini non ci sarà una pace giusta e duratura. Le premesse di questa crisi umanitaria e politica sono molto profonde. Secondo il Commissario dei Diritti Umani della Verkhovna Rada, Dmytro Lubinets, dall’inizio dell’invasione di massa il numero di bambini ucraini illegalmente portati in Russia è arrivato a circa 150.000. Per la prima volta si parla di questa vasta deportazione già all’inizio del 2023, e la vice capo dell’Ufficio del Presidente, Iryna Vereshchuk, ha riferito che i occupanti russi cambiano nomi, riscrivono brutalmente biografie e addirittura modificano le date di nascita dei bambini ucraini, per renderli “più accettabili” alla nuova realtà sotto il controllo russo. Secondo Daria Herasymchuk, commissaria per i Diritti dell’Infanzia, gli occupanti adottano vari scenari per lo spostamento dei bambini ucraini: dall’allontanamento dalle famiglie, a diagnosi mediche dannose, fino ad omicidi violenti dei genitori. A marzo di quest’anno, la Corte penale internazionale di L’Aja ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, rappresentante russa per i Diritti dell’infanzia, accusandoli di deportazione di minori ucraini e di tentativi di distruggere la popolazione ucraina nel suo insieme. Le indagini e le azioni diplomatiche proseguono, ma si è inoltre già gettata la base legale e morale per condannare le azioni della Russia in questa sfera. L’Ucraina e il mondo cercano di restituire alle famiglie i destini spezzati dei giovani cittadini e di punire i responsabili di questo crimine contro l’umanità. Tuttavia, la domanda rimane: le forze politiche statunitensi saranno in grado di trasmettere con efficacia questa posizione e di spingere la comunità internazionale ad agire? In un momento in cui le vittorie militari e i compromessi diplomatici diventano obiettivi principali della politica globale, i bambini ucraini, rapiti a causa del cinismo dell’aggressione russa, devono avere la possibilità di tornare e ricostruirsi.

Source