U Kremlin hanno ufficialmente smentito la possibilità di un rapido o concordato preparativo di un «memorandum» con l’Ucraina, sottolineando che questo processo non ha tempi definiti e non può avvenire nel prossimo futuro

Chas Pravdy - 20 Maggio 2025 02:59

In una dichiarazione rilasciata dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sono stati evidenziati gli effetti della conversazione telefonica tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Leader russo Vladimir Putin, durante la quale sono stati toccati temi relativi a futuri accordi con l’Ucraina, in particolare possibili documenti riguardanti la cessazione delle ostilità. Peskov, in questa impostazione, ha assicurato che attualmente non sono stati presi accordi sul luogo e sul formato dei successivi contatti tra Russia e Ucraina. In particolare, ha sottolineato che «non sono ancora state adottate decisioni specifiche su dove si svolge la cooperazione con la parte ucraina» e ha aggiunto che la questione della preparazione di eventuali memorandum, collegati alla cessazione del fuoco, «resta aperta». «Nessun termine è stabilito e non può esserlo. Naturalmente, tutti auspicano di farlo il più rapidamente possibile, ma la verità risiede nei dettagli», ha dichiarato Dmitry Peskov come parte della sua posizione ufficiale. Queste parole alimentano supposizioni e speculazioni diffuse nei media riguardo a possibili rapidi progressi nei vertici diplomatici, ma allo stesso tempo rafforzano l’idea che il Kremlin ufficiale, per ora, non abbia ancora definito uno scenario preciso. Il portavoce ha anche affrontato il tema delle cause profonde dell’invasione russa in Ucraina, sollevando nuovamente la questione della disponibilità della Russia a cercare vie di risoluzione del conflitto. «Tutti sono interessati a risolvere la crisi nel modo più rapido possibile, e anche la Russia mira a eliminare le precondizioni che hanno portato allo scoppio della guerra», ha aggiunto Peskov, sottolineando che ogni sforzo diplomatico continua, anche se senza scadenze precise. Alla luce delle nuove dichiarazioni, a Kiev si è comunicato che l’Ucraina sta considerando la possibilità di avviare negoziati internazionali di ampia scala con la partecipazione di delegazioni di Russia, Stati Uniti, dell’Unione Europea e della Gran Bretagna. Questa proposta sembra un tentativo di trovare piattaforme di dialogo, già discusse in forma riservata in precedenza. Ricordiamo che, qualche giorno prima, il 19 maggio, dopo due ore di conversazione telefonica tra Trump e Putin, è stata fatta una dichiarazione secondo cui l’Ucraina e la Russia «inizieranno immediatamente» negoziati sulla cessazione delle ostilità. Putin ha confermato la disponibilità della Russia a lavorare su un documento che potrebbe includere un possibile regime di cessate il fuoco, e ha anche detto che i contatti tra i rappresentanti di entrambe le parti, nell’ambito degli incontri di Istanbul, «si sono ripresi». Allo stesso tempo, fonti hanno riferito che, prima, Trump aveva discusso per alcuni minuti della situazione con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Insomma, le realtà della diplomazia rimangono oggi in marmo, e dichiarazioni ufficiali e non ufficiali indicano che il processo di ricerca della pace sarà probabilmente lungo e accidentato. Il Cremlino sottolinea che, al momento, non ci sono accordi concreti sui tempi e sul formato degli eventuali accordi, e che tutta la responsabilità del progresso spetta alla ricerca di compromessi e alla riduzione delle tensioni attraverso passi diplomatici che sono ancora in fase di discussione.

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