L’Unione Europea ha applicato per la prima volta sanzioni su vasta scala per l’uso di armi chimiche contro l’Ucraina, confermando definitivamente la propria solidarietà nella lotta contro le violazioni del diritto internazionale e contribuendo al rafforzamento del sistema globale di controllo delle armi vietate

Chas Pravdy - 20 Maggio 2025 15:10

Questa decisione è stata presa in risposta a numerose testimonianze e relazioni fondate di istituzioni internazionali, che documentavano l'impiego di sostanze pericolose nelle zone di combattimento attivo. Secondo le informazioni ufficiali del Consiglio dell'UE, le nuove restrizioni hanno coinvolto tre strutture militari russe direttamente collegate alla ricerca, allo sviluppo e all'uso di armi chimiche. Si tratta delle Forze di Protezione Radiologica, Chimica e Biologica, del 27° Centro Scientifico e del 33° Istituto Centrale di Ricerca e Sperimentazione del Ministero della Difesa della Federazione Russa — queste organizzazioni fanno parte delle Forze Armate russe e sono direttamente coinvolte in mezzi e tecnologie che violano le norme internazionali sul divieto delle armi chimiche. Le misure restrittive introdotte dall'Unione Europea riguardano 25 persone fisiche e sei organizzazioni in risposta ai rapporti pubblicati alla fine del 2024 e all'inizio del 2025 dall'Organizzazione per il Divieto delle Armi Chimiche (OPCW). Essi confermano chiaramente l'esistenza e l'impiego di mezzi per reprimere rivolte utilizzando sostanze chimiche, tra cui CS (clorobenzalmalononitrile) e composti correlati, trovati in campioni prelevati dal fronte ucraino. Secondo i rappresentanti del Consiglio dell'UE, queste sostanze chimiche sono state impiegate dalle forze russe come mezzi di combattimento, violando le norme convenzionali e gli obblighi della Russia in materia di divieto delle armi chimiche. IlVicepresidente della diplomazia dell'Unione Europea ha ricordato che la Federazione Russa non ha ancora fornito spiegazioni ufficiali e convincenti circa l'uso di tali sostanze nelle zone di conflitto. Ciò evidenzia la gravità della situazione e spinge l'UE a chiedere alle istituzioni internazionali di controllo — in particolare all'OPCW — di accelerare le indagini e di identificare individui e strutture responsabili dell'uso di armi chimiche. La dichiarazione ufficiale dell'Unione invita a svelare e assicurare la responsabilità per tali atti, che rappresentano non solo una violazione dei trattati internazionali ma anche una minaccia personale per la sicurezza e la vita della popolazione civile ucraina. La storia di questi eventi testimonia l'aumento delle tensioni nelle iniziative internazionali volte a scoraggiare l'uso di mezzi di guerra vietati. Già lo scorso ottobre, il Regno Unito aveva adottato misure restrittive contro tre strutture militari russe e una persona fisica accusata di aver impiegato armi chimiche in un contesto correlato. Di conseguenza, a maggio 2025, l'Unione Europea ha approvato il 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia, puntando ad aumentare la pressione e a eliminare tali minacce sulla scena internazionale. Il pacchetto comprendeva restrizioni sulle attività di circa 200 navi russe coinvolte in operazioni "ombra" per aggirare l’embargo, e ha rafforzato le misure contro le minacce ibride e la tutela dei diritti umani. Il diciottesimo pacchetto di sanzioni, già in fase di elaborazione, mira ad estendere le restrizioni non solo alle banche russe che sostengono l’economia militare, ma anche agli istituti finanziari di stati che finanziano l’industria della difesa russa e l’esercito dall’esterno dell’UE. Questi passi fanno parte degli sforzi internazionali per contenere l’aggressione, volte a preservare la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo. Oltre alle misure militari ed economiche, i leader europei sottolineano l’importanza di sostenere un quadro giuridico e il regime internazionale di controllo delle armi vietate, in particolare delle armi chimiche.

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