La società civile e lo spettro politico della Romania continuano ad aprire attivamente il dibattito sui risultati delle ultime elezioni presidenziali, che si sono concluse con l’annuncio ufficiale della vittoria del sindaco di Bucarest, Nikushor Danu

Chas Pravdy - 20 Maggio 2025 19:11

Tuttavia, tra le numerose valutazioni e commenti da parte delle forze politiche, un’attenzione particolare è stata attirata dalla decisione del partito di ultradestra — AUR — e del suo leader, George Simion, che viene ritenuto avere un approccio abbastanza opposto alla situazione del paese. Inizialmente, dopo la chiusura delle votazioni, George Simion ha riconosciuto pubblicamente la sconfitta e ha congratulato il suo avversario per la vittoria. È stato un segnale di accettazione dei risultati, ma già nel corso di alcuni giorni la sua posizione è cambiata radicalmente. Si sa che il leader di AUR ha dichiarato di voler impugnare i risultati delle elezioni presso la Corte Costituzionale del paese, facendo riferimento agli stessi motivi che avevano portato alla cancellazione dei risultati del primo turno delle elezioni dello scorso anno. Secondo le informazioni diffuse da «Le Forze Europee», citando il sito HotNews.ro, Simion afferma di non aver subito alcuna sconfitta e che il suo team non si è arreso. A suo avviso, gli ucraini continuano a sostenerlo e a battersi per la propria idea, nonostante i risultati del voto. «Non siamo sconfitti. Non ci arrendiamo. Nessuno ci ha battuto. La popolazione rumena si è svegliata e non ha intenzione di dormire più. Con rispetto per i 5 milioni di cittadini che hanno votato per noi, voglio dichiarare: resteremo nella lotta», citano le parole del politico. Un aspetto particolare della sua dichiarazione è stato anche l’annuncio di voler impugnare presso la Corte Costituzionale la registrazione di Nikushor Danu come presidente in carica. Questa decisione, secondo Simion, sarà basata sugli stessi motivi che avevano portato alla cancellazione dei risultati delle elezioni di dicembre 2022 — cioè sospette irregolarità o ingerenze nel processo di voto. In particolare, il politico ha espresso preoccupazione per il turismo elettorale dalla Moldova, così come per tentativi di ingerenza da parte dello Stato francese. Ha ricordato le testimonianze pubblicate su Telegram, che parlano di un’ingerenza del governo francese nel processo di voto per censurare le opinioni dei cittadini rumeni. «Le testimonianze di uno degli utenti di Telegram, che parlano di ingerenza di Francia nelle nostre elezioni, sono significative. Chiedo che il fondatore di questo canale dia una risposta prima che le elezioni siano considerate legittime», ha sottolineato Simion. Egli ha anche precisato che, pur riconoscendo che i tentativi di impugnare i risultati possano risultare vani, non si arrende e ha promesso di combattere fino alla fine. Un aspetto importante è stato anche l’annuncio del leader di AUR secondo cui il suo partito non parteciperà ai futuri processi politici, in particolare alle sedute del nuovo governo e alla cerimonia di insediamento. Questo può essere interpretato come una forma di protesta e di non riconoscimento dei processi amministrativi e giudiziari che portano alla formazione del nuovo potere. Va ricordato che in passato Simion aveva già riconosciuto la sconfitta alle elezioni e ha congratulato Nikushor Danu per la vittoria. Aveva motivato la sua decisione dicendo che, per mantenere la pace pubblica e evitare conflitti, aveva fatto alcune concessioni. «Abbiamo evitato il sangue domenica — è importante, ma non significa che dobbiamo essere presi per sciocchi», aveva dichiarato il politico ai giornalisti. In conclusione, l’analisi delle sue dichiarazioni e azioni permette di capire che il confronto politico nel paese prosegue e che la legittimità delle elezioni resta un tema aperto alla discussione e al procedimento legale. Il conteggio dei voti, conclusosi con l’annuncio ufficiale dei risultati, ha mostrato che il candidato delle forze pro-europee — Nikushor Danu — ha ottenuto oltre il 53,60% dei voti, rendendolo il nuovo presidente legittimo. La tematica e le conseguenze di questi eventi sono di grande rilevanza non solo per la Romania, ma anche per la società europea nel suo complesso, poiché le elezioni nei paesi vicini continuano a essere un indicatore importante degli orientamenti politici e delle tendenze geopolitiche nella regione. Un’analisi più approfondita di questi eventi e del loro impatto sul futuro della politica rumena si può trovare in articoli e studi analitici, tra cui il materiale «La Romania sceglie l’UE: perché le elezioni presidenziali nei paesi vicini sono diventate una sorpresa di portata europea».

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