La Russia ha dichiarato Amnesty International organizzazione indesiderata nel proprio territorio, incolpando questa struttura internazionale per la difesa dei diritti umani di sostenere il regime ucraino e promuovere iniziative anti-russe

Chas Pravdy - 19 Maggio 2025 13:42

Questa decisione rappresenta un ulteriore passo in una vasta campagna di Mosca contro quegli enti internazionali che criticano le sue azioni durante quella che viene chiamata “operazione militare speciale” sul suolo ucraino. Secondo una dichiarazione ufficiale della Procuratura Generale della Federazione Russa, Amnesty International Limited, registrata a Londra, è ora dichiarata organizzazione indesiderata sul territorio del paese. Nel documento si sottolinea che, indipendentemente dalle dichiarazioni dell’organizzazione sulla propria attenzione alla difesa dei diritti umani, in Russia la sua attività è soggetta a dure critiche. Le forze dell’ordine russe ritengono che l’ufficio centrale di Amnesty International a Londra non sia focalizzato sulla lotta per i diritti umani, ma sulla promozione di narrazioni “russofobiche” finanziate dai potenziali sostenitori del regime di Kiev. Secondo i servizi segreti russi, dall'inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”, i rappresentanti di Amnesty International avrebbero apertamente giustificato le azioni dei neonazisti ucraini, invitato ad aumentare il sostegno finanziario e politico all’Ucraina, così come a imporre sanzioni alla Russia. Inoltre, nel comunicato della procura russa si afferma che l’organizzazione supporta strutture estremiste e finanzia agenti stranieri operanti in Russia e in altri paesi. La storia di questa decisione risale allo scorso anno, quando Amnesty International criticò apertamente la decisione dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di fornire mine antiuomo all’Ucraina. Allora, l’organizzazione definì questa mossa “avventata” e invitò le autorità statunitensi a riesaminare le proprie azioni. Nel 2023, Amnesty ha anche documentato e pubblicato prove di crimini commessi durante l’occupazione russa di territori ucraini, concentrandosi in particolare sulle esecuzioni sommarie e le gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di civili e bambini. La decisione di dichiarare Amnesty International “organizzazione indesiderata” riflette il deterioramento della retorica diplomatica e legale russa in risposta alle critiche della comunità internazionale riguardo alle azioni di Mosca in guerra. È importante sottolineare che questa proibizione non riguarda solo le attività dell’organizzazione, ma mira anche a creare un ulteriore ostacolo per le istituzioni internazionali di difesa dei diritti umani che esprimono insoddisfazione verso la politica del Cremlino. In generale, questa misura ha suscitato critiche da parte della comunità internazionale per i diritti umani e di diversi paesi, che fanno appello a preservare la libertà di parola e l’attività delle organizzazioni indipendenti in Russia. Contemporaneamente, le autorità russe continuano a perseguire una politica volta a limitare l’influenza delle strutture straniere sulla situazione politica interna, che, secondo i critici, isolamento ancora di più la Russia sulla scena mondiale e riduce il livello di apertura ai meccanismi internazionali di controllo sul rispetto dei diritti umani.

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