In Israele si sono nuovamente intensificate le operazioni militari — l’esercito ha avviato un’offensiva terrestre di vasta scala nel settore di Gaza

Questo è avvenuto in un contesto di negoziati prolungati e infruttuosi in Qatar per la tregua, che non hanno portato risultati, aumentando la tensione nella regione e suscitando preoccupazioni globali. Secondo fonti governative e resoconti giornalistici, le forze israeliane hanno dichiarato di aver iniziato azioni su vasta scala allo scopo di riguadagnare il “controllo operativo” sulle aree della terribile terra palestinese. Secondo rappresentanti dell’esercito israeliano, le forze hanno attualmente “eliminato decine di terroristi, distrutto obiettivi strategici dell’infrastruttura terroristica”, e continuano a consolidare le loro posizioni chiave a Gaza. Dalle comunicazioni ufficiali, l’operazione mira a stabilizzare la situazione nel territorio, che da tempo è in balia del caos e della violenza. Le agenzie mediche e di soccorso hanno segnalato gravi conseguenze degli attacchi di notte e di giorno nelle zone a nord, centro e sud di Gaza — secondo i primi dati, almeno 130 persone sono morte a causa di questi raid aerei e attacchi con razzi, tra cui molte donne e bambini. Queste perdite sono aumentate con l’intensificazione delle operazioni militari, e la situazione resta tesa, con numerosi feriti che necessitano di aiuto immediato. Poche ore fa, dopo l’annuncio ufficiale dell’avvio dell’operazione terrestre, la stanza del premier Binyamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in cui si comunica che Israele consentirà l’ingresso di una quantità di base di alimenti nel settore di Gaza. Lo scopo è prevenire una crisi umanitaria di vaste proporzioni, già iniziata a manifestarsi a causa del blocco e della crescente carenza di risorse. Più presto nello stesso giorno, il premier aveva espresso la disponibilità a negoziare con Hamas una cessazione delle ostilità. Tuttavia, le sue condizione per un cessate il fuoco rimangono inaccettabili per l’organizzazione islamista. In particolare, Israele insiste sulla liberazione di tutti gli ostaggi, sulla distruzione delle forze di Hamas e sulla demolizione delle strutture di governo a Gaza. Tuttavia, fonti vicine ai negoziati in Qatar affermano che finora non sono stati raggiunti risultati significativi. Ricordiamo che il conflitto nella regione si è acutizzato nell’ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco su larga scala nei territori israeliani. A causa di tali azioni, sono morte oltre 1200 persone, principalmente civili, e circa 250 palestinesi sono stati fatti prigionieri dall’organizzazione. Dopo gli ultimi eventi, le forze israeliane tengono ancora 58 ostaggi, di cui una parte è ritenuta morta, circa 30. I musulmani nei negoziati cercano di ottenere una tregua di due mesi, durante la quale Hamas si impegna a liberare metà degli ostaggi, mentre Israele dovrebbe rilasciare centinaia di prigionieri palestinesi e mettere fine al blocco totale di Gaza, in vigore dalla fine di marzo 2023. Sul fronte diplomatico, gli sforzi sono rivolti a ottenere garanzie forti dagli USA per garantire il successo delle negoziazioni per un cessate il fuoco a lungo termine. Tuttavia, secondo fonti, entro la fine della settimana non si sono fatti progressi sostanziali: entrambe le parti sono rimaste sulle proprie posizioni. Hamas, che la settimana scorsa ha mostrato segnali di compromesso rilasciando uno degli ostaggi americani-israeliani, svolge anche un ruolo importante nelle dinamiche politiche e militari, insistendo sulla fine definitiva della guerra e sul ritiro delle forze israeliane dalla regione. È evidente che la situazione continuerà ad essere tesa, e le prospettive di una pace rapida sono molto lontane. La comunità internazionale continua a invitare entrambe le parti alla calma, cercando di evitare un’ulteriore escalation del conflitto e una catastrofe umanitaria che si sta intensificando nel settore di Gaza, che conta milioni di abitanti.