Il servizio di intelligence francese smentisce le accuse di Durov sull’ingerenza nelle elezioni in Romania

Chas Pravdy - 19 Maggio 2025 18:59

Il Direttorato Generale per la Sicurezza Estera (DGSE) della Francia ha reagito ufficialmente alla dichiarazione del fondatore di Telegram, Pavel Durov, riguardo a un presunto coinvolgimento nelle elezioni presidenziali rumene. Nel suo messaggio su Telegram pubblicato domenica, Durov ha affermato di aver ricevuto una richiesta di “bloccare i voti conservatori” nel paese in prossimità delle elezioni. Tuttavia, i servizi di intelligence francesi hanno negato qualsiasi coinvolgimento in tali azioni e hanno smentito le affermazioni di pressioni da parte loro. Secondo Durov, il responsabile del DGSE – Nicolas Lerner – si sarebbe rivolto a lui a marzo, chiedendogli di vietare su Telegram i “voti conservatori” in Romania, richiesta a cui avrebbe rifiutato di acconsentire. Il fondatore della piattaforma ha sottolineato che il suo team non ha bloccato manifestanti e critici in Russia, Bielorussia o Iran, né ha intenzione di farlo in Europa. Queste dichiarazioni hanno suscitato un ampio dibattito pubblico, sollevando dubbi non solo su possibili ingerenze politiche, ma anche sul ruolo di Telegram nelle attuali campagne elettorali. Rispondendo a tali affermazioni, il DGSE ha dichiarato ufficialmente di non aver richiesto a Durov di bloccare nessun account collegato al processo elettorale in Romania. In una nota ufficiale si evidenzia che i servizi di intelligence francesi hanno effettivamente contattato il fondatore di Telegram più volte negli ultimi anni, ma esclusivamente per ricordargli delle responsabilità legali della sua azienda riguardo alla prevenzione di atti terroristici, pornografia infantile e altre attività criminali. Questa è una prassi comune di comunicazione tra le agenzie di sicurezza e le piattaforme digitali, volta a prevenire potenziali minacce, e non si tratta di ingerenza nel processo politico. In generale, la vicenda ha suscitato un ampio dibattito sugli strumenti di influenza digitale e sul ruolo delle aziende tecnologiche nelle elezioni. Pavel Durov ha più volte ribadito il suo impegno a favore dei principi di indipendenza e libertà di espressione, lasciando intendere che qualsiasi tentativo di pressione o censura siano inaccettabili. Per quanto riguarda le elezioni a Bucarest, i risultati definitivi hanno confermato la vittoria del candidato pro-europeo Nikushor Dan, che ha ottenuto oltre il 53,60% dei voti e ha così ricevuto un mandato legittimo dagli elettori. Il suo avversario, il politico di estrema destra George Simion, ha riconosciuto la sconfitta e ha congratulato il vincitore per aver concluso il processo elettorale. In generale, questi eventi sono diventati uno dei temi più discussi nello spazio informativo europeo, evidenziando l’importanza di procedure trasparenti e democratiche nella politica moderna. Un’analisi più approfondita dell’intera situazione e delle sue conseguenze si può trovare in un articolo dedicato all’indagine sulle opinioni pubbliche durante le elezioni rumene e sul loro significato per l’integrazione del paese nell’Unione Europea. Ciò conferma ancora una volta quanto le tecnologie moderne e i processi politici siano strettamente interconnessi, plasmatando il volto della democrazia europea nel XXI secolo.

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