Il leader filo-russo del partito AUR, Gheorghe Simion, ha ufficialmente riconosciuto la sconfitta alle elezioni presidenziali in Romania, che sono state una delle novità più rilevanti degli ultimi settimane nel Paese

Chas Pravdy - 19 Maggio 2025 01:33

La dichiarazione è stata fatta tramite un videomessaggio sulla sua pagina sui social network Facebook, dove, durante un discorso emozionante, ha congratulato il neo-eletto presidente Nikushor Dain con la vittoria, sottolineando che proprio la volontà del popolo rumeno è il principale arbitro in questa consultazione. Nel suo commento, Simion ha evidenziato che, nonostante la sconfitta, è sinceramente grato a oltre cinque milioni di elettori che hanno affidato il loro voto durante questo intenso processo elettorale. «Vorrei sinceramente congratularmi con il mio avversario, Nikushor Dain: è lui il vincitore di queste elezioni. Questa è la decisione della volontà di tutto il popolo rumeno. Grazie a tutti coloro che hanno creduto nelle nostre idee e ci hanno sostenuto in questa battaglia», ha affermato il politico. Inoltre, Simion ha esortato i suoi sostenitori a non fermarsi e a continuare a lottare per le proprie convinzioni, in particolare per «giustizia, verità, famiglia naturale, valori cristiani e libertà». Parlando dei risultati, ha comunicato di aver raccolto un po’ più di 5,2 milioni di voti, riconoscendo che sente un «sentimento amaro di sconfitta», ma non intende smettere la sua attività politica. Per quanto riguarda i risultati del voto, dopo l’elaborazione del 99,82% dei verbali elettorali nelle urne del Paese e all’estero, Mineșor Dain ha ottenuto il 53,78% del supporto popolare, mentre il suo avversario filo-russo — il 46,22%. Ciò significa che oltre sei milioni di rumeni hanno espresso il loro voto per il nuovo presidente, rappresentando una vittoria politica significativa per il candidato pro-europeo. Un evento importante è stato anche il fatto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già congratulato Nikushor Dain con la sua storica vittoria, confermando il sostegno dell’Ucraina al neo-leader della Romania e definendolo come un partner chiave nella regione. Ciò testimonia l’importanza e il significato di queste elezioni non solo sul piano interno, ma anche per la sicurezza e la stabilità dell’intera regione. In precedenza, il candidato filo-russo Gheorghe Simion aveva dichiarato di essere il vincitore di questo confronto e non pianificava di riconoscere la sconfitta, aumentando così la tensione tra gli ambienti politici del Paese. I sondaggi d’uscita, basati sugli exit poll del giorno delle elezioni, prevedevano la sua sconfitta, ma gli ultimi dati hanno mostrato che il fattore principale nel risultato finale sarebbe stato il voto della diaspora rumena, che tradizionalmente riveste un grande peso politico nelle elezioni nei Paesi dell’Europa centrale e orientale. Le prossime settimane e mesi saranno probabilmente un banco di prova per il futuro corso della Romania — se continuerà a seguire una strada pro-europea o si sposterà verso una linea filo-russa. E, sebbene in questa situazione alcuni candidati rappresentino chiaramente diversi orientamenti politici, i risultati elettorali hanno già avuto un impatto forte sulla politica interna e sulle relazioni del Paese con i vicini e gli attori internazionali. Di fronte a questi sviluppi, esperti e analisti già riflettono sulle possibili conseguenze per la stabilità, la politica estera e la geopolitica della regione. In ogni caso, questa fase nella storia politica della Romania rimarrà a lungo nel focus dell’attenzione non solo dei mezzi di comunicazione locali, ma anche di un ampio gruppo di osservatori internazionali desiderosi di capire quali cambiamenti attenderanno il Paese nel prossimo futuro.

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